mercoledì,Maggio 14 2025

Pasquetta al Museo, aperture straordinarie a Reggio, Bova Marina, Locri, Monasterace e Rosarno

Per incontrare la storia e respirare cultura, il Ministero ha disposto l'accesso anche in questa giornata di festa. Nel reggino visitabili anche la chiesa di San Francesco d’Assisi a Gerace e la Cattolica di Stilo

Pasquetta al Museo, aperture straordinarie a Reggio, Bova Marina, Locri, Monasterace e Rosarno

“Vivi la storia nei giorni di festa” è lo slogan con cui il Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria invita a trascorrere le festività tra i suoi tesori. Dalle 9 alle 20 (ultimo ingresso alle 19:30) sarà aperto anche oggi. Aperture straordinarie sono già in programma anche per venerdì 25 aprile (ingresso gratuito), per giovedì 1 maggio e per domenica 4 maggio (ingresso gratuito). Ma le proposte culturali per questa Pasquetta vanno anche oltre. Il ministero della Cultura ha disposto, infatti, anche nella nostra regione aperture straordinarie di altri musei e aree archeologiche. In particolare, nel reggino aperte le porte per visitare la chiesa di San Francesco d’Assisi a Gerace e la Cattolica di Stilo, il museo e il parco archeologico Archeo Deri di Bova Marina, il museo e il parco archeologico di Locri, dell’antica Medma a Rosarno e dell’Antica Kaulon a Monasterace.

I bronzi di Riace e il museo archeologico nazionale di Reggio

Pregna di storia antica è tutta l’attuale area metropolitana reggina dove un tempo sorgevano, tra le altre, le colonie di Medma (Rosarno), Locri e antica Kaulon (Monasterace), i cui musei e parchi saranno aperti anche oggi.

Un itinerario che da una costa all’altra culmina nella visita al museo archeologico nazionale di Reggio, la casa dei Bronzi di Riace ma non solo. Il percorso parte dalla Preistoria, proponendo un viaggio che da Paleolitico, Mesolitico (120.000-12.000 anni fa), Neolitico (da 12.000 a 4.000 anni fa) approda alle età dei Metalli quali Bronzo e Ferro (dal II millennio all’VIII secolo a.C.) e poi alle Città della Magna Grecia con le preziose testimonianze provenienti dalle colonie di Sibari e Crotone, Medma e Hipponion, Caulonia e Locri. Poi la sezione dei Santuari della Magna Grecia, Mannella e Marasà di Locri, Passoliera di Caulonia e Apollo Aleo di Krimisa nell’attuale territorio di Crotone, e le sezioni dedicate alla Vita quotidiana con il teatro ellenistico di Locri, tra quelli meglio conservati in Calabria, i costumi funerari della necropoli di Metauros, Locri Lucifero, Laos, Castellace e Varapodio e la Casa del mosaico di Taureana, dell’epoca di Lucani e Brettii.

Un’ampia sezione espositiva è dedicata a Rhegion, grande colonia calcidese e alla Reggio Romana, Rhegium Julii. Tra i reperti spiccano il Kouros marmoreo, i Bronzi di Riace, i tesori del relitto di Porticello rinvenuti a Villa San Giovanni, la Testa del Filosofo e la Testa di Basilea.

Museo e Parco archeologico di Bova Marina

Il Parco sorge intorno ai resti riconducibili a una sinagoga portata in luce negli anni Ottanta del secolo scorso, la più antica in Occidente dopo quella di Ostia Antica. In uso tra IV e VI secolo d.C., costituisce l’unica testimonianza architettonica della presenza ebraica in Calabria per questa età.

Di grande interesse è la scoperta dell’aula della Preghiera il cui pavimento musivo riproduce il tradizionale candelabro a sette bracci, menorah, contornato da un ramo di palma, da un cedro e dallo shofar, il corno di montone utilizzato come strumento musicale per alcune cerimonie religiose ebraiche. È stata identificata anche una nicchia destinata a contenere tradizionalmente la Torah, ovvero i due Rotoli della Legge.

Tra i manufatti esposti nel museo è visibile il mosaico pavimentale policromo dell’aula della Preghiera risalente al IV secolo d.C., il tesoretto monetale di 3079 monete in bronzo conservate e abbandonate all’interno di una brocchetta del IV-V secolo d.C. e il miliario stradale rinvenuto in località Amigdalà non lontano dall’odierna SS 106, del 364-67 d.C..

Il museo e il parco archeologico nazionale di Locri

Il parco archeologico nazionale di Locri, tra i più estesi della Calabria, è situato lungo la Ss 106 Jonica nel sito della colonia magno-greca di Lokroi Epizephyroi.

Il museo archeologico nazionale, inaugurato nel 1971 con la denominazione di Antiquarium di Locri e dichiarato museo nazionale nel 1998, dedicato al periodo Greco, e il complesso museale Casino Macrì, che conserva le testimonianze riconducibili all’età Romana e tardo-antica. Dalla polis greca all’area sacra dedicata a Zeus saettante, alla Porta Portuense, alla Casa dei Leoni con il Sacello dedicato ad Afrodite, alla Porta di Afrodite, al quartiere di Centocamere.

Il complesso museale Casino Macrì si compone di una masseria ottocentesca e di due case coloniche costruite sui resti di un complesso termale romano privato. Al secondo piano dell’edificio principale è stato allestito il museo di Locri romana. Tra i manufatti esposti, va segnalata la bellissima statua-ritratto in marmo del Togato dall’area del foro, la Vasca in breccia dì Aleppo, uno tra i pochi esempi di grandi manufatti realizzati con questo marmo raro proveniente dall’isola di Chio, e la brattea aurea con l’Adorazione dei Magi appartenente a un reliquiario del VII secolo d.C..

Museo e Parco archeologico dell’antica Kaulonìa a Monasterace

Il Parco archeologico di Monasterace Marina, presso il promontorio di Punta Stilo, insiste sul sito del centro coloniale di Kaulon, fondato dagli achei crotoniati.

Le ricerche del secolo scorso hanno reso possibile la conoscenza delle prime fasi di vita della colonia (seconda metà VII secolo a. C.).

Tra le abitazioni si distingue la cosiddetta Casa del Drago dall’immagine raffigurata sul mosaico pavimentale. Monumentali i resti del tempio dorico periptero (470-460 a.C.) in blocchi di arenaria.

Di grande interesse, nel settore centrale del parco, l’edificio con funzione originariamente abitativa, trasformato nel IV secolo a.C. in complesso termale, cui è riconducibile il mosaico pavimentale policromo con draghi e delfini.

Il Museo, situato a monte della SS 106, alle spalle del Parco, racconta la città secondo un percorso che illustra l’abitato, le aree sacre e le necropoli.

Tra i manufatti, si segnalano gli splendidi elementi di armature, ex voto provenienti dal tempio dorico. Un reperto di grande valenza scientifica è la tabula bronzea iscritta, “Tabula Cauloniensis”, con dedica a Zeus in alfabeto acheo (470-460 a.C.).

Di rilievo anche l’area espositiva riservata ai rinvenimenti subacquei, basi e sommoscapi di colonne ioniche (inizio V secolo a.C).

Museo e Parco Archeologico di Medma a Rosarno

L’esposizione inizia con la ricostruzione della necropoli: tombe alla cappuccina, a cassa di embrici, a vasca, ricche di oggetti.

Splendidi esemplari della coroplastica medmea, statuette di varie dimensioni e fogge, busti, grandi maschere, criofori (portatori di ariete), vasi ed armi in ferro rinvenuti nell’area sacra di Calderazzo, sono presentati ai lati di una virtuale via sacra che si arresta davanti ad un altare in terracotta (arula) di grandi dimensioni, con in rilievo i personaggi della tragedia di Sofocle che rappresenta la vicenda di Tyrò, giovane donna, figlia del re Salmoneo ritratta con i figli Pelia e Neleo che per vendicare la madre hanno appena ucciso la matrigna Sidero che giace esamine ai piedi di un altare, mentre il vecchio re Salmoneo fugge disperato davanti a tanto orrore.

Sono presentati anche oggetti provenienti dalla collezione privata Giovanni Gangemi, donata allo Stato.

Chiesa di San Francesco d’Assisi a Gerace


Nella “Città delle cento chiese” sorge il convento e la chiesa di San Francesco d’Assisi, costruiti tra la fine del Duecento e gli inizi del Trecento sui resti di un precedente edificio romanico, collocati all’estremità nord-ovest della rupe di Gerace. Il sito rappresenta uno dei più importanti monumenti della storia monastica calabrese e uno dei più antichi edifici dell’ordine francescano del Sud Italia.

Durante l’occupazione francese del 1806 il convento fu abbandonato dai frati che, prevedendone la confisca, portarono con sé opere e beni. Il complesso venne successivamente restaurato e adibito a carcere fino al 1897 e poi destinato a vari altri usi: mulino, frantoio e abitazioni civili. Nei primi anni del XIX secolo la chiesa venne poi sconsacrata e subì gravi danni nel terremoto del 1908.

Alla chiesa si affiancano la torre campanaria, il chiostro con il pozzo, il portico e un locale interrato. L’esterno della chiesa è caratterizzato da mura alleggerite da alte e strette finestre, dette monofore archiacute strombate, e da un imponente portale trecentesco con decorazioni di ispirazione arabo-normanna. All’interno, l’edifico vanta linee architettoniche semplici e presenta un’unica navata con soffitto ligneo a capriate.

Nel presbiterio quadrangolare, coperto da una volta stellata a otto vele, è collocato il sarcofago di Nicola Ruffo di Calabria, datato 1372-1374 e realizzato da botteghe napoletane attive presso la corte angioina. Magnifici esempi di barocco calabrese sono l’arco trionfale e l’altare maggiore del XVII secolo a tarsie marmoree, con formelle che riproducono elementi fitomorfi, zoomorfi e paesaggistici.

La Cattolica di Stilo

La cattolica di Stilo, costruita nel secolo IX, è collocata ai piedi del Monte Consolino e si presenta esternamente come un cubo di piccolissime dimensioni. I muri perimetrali, così come le cupolette, sono costruiti in laterizi rossi di grandezza considerevole.

L’edificio, a pianta centrale quadrata, ha tre absidi rivolte sul lato orientale, possiede un’unica porta d’accesso, ed è sormontata da cinque cupolette finestrate. La più alta, posta al centro, presenta una doppia finestra.
L’interno, che conserva brani di affreschi, è suddiviso da quattro colonne (una in marmo lunense, due in cipollino e l’ultima in granito) che reggono le arcate su cui poggiano le cinque cupolette.

Dal 2006 inserita nella lista dei luoghi candidati a diventare Patrimonio Unesco, è oggi sito della Direzione Regionale Musei Calabria del Ministero della Cultura.

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