Reggio, le imprese artigiane al top nel rapporto Unioncamere 2019
I dati del rapporto sul Mezzogiorno confermano il trend positivo. L'inversione di tendenza lascia ben sperare per il futuro

La voglia di fare l’impresa è sempre presente. L’avversa congiuntura economica non frena nel bel paese, in modo particolare nel Mezzogiorno, la natalità delle imprese. Il saldo fra le “imprese nate (66.823) e quelle che hanno cessato l’attività (52.975) nel terzo trimestre dell’anno mette a segno un saldo positivo pari a 13.848 unità”. Questo è quanto scaturisce dal report redatto e divulgato da Unioncamere-InfoCamere sulla natalità e mortalità delle imprese italiane nel terzo trimestre 2019. A tirare la volata è il Mezzogiorno. Infatti «è il Sud che ha fatto registrare il saldo in valore assoluto migliore tra le quattro aree geografiche, pari a 5mila unità». A livello provinciale, nell’ambito delle “Iscrizioni, cessazioni, saldi e tassi di crescita 3° trimestre 2019 Totale Imprese ”la citta dei bronzi mette a segno tra iscrizioni (512) e cessazioni (388) un saldo positivo pari a 124 imprese equivalente allo 0.23%, insieme a Crotone, Vibo e Cosenza, piu indietro il capoluogo regionale. La performance di Reggio Calabria non è molto lontano rispetto alla prima della classifica, Isernia con lo 0.59%. A rendere alquanto soddisfacente questo risultato è il dato relativo alle “Iscrizioni, cessazioni, saldi e tassi di crescita trimestrali Imprese Artigiane”, che vede un saldo positivo, tra cessazioni ed iscrizioni, pari al +0.24% dietro soltanto a Vibo. Questa, sia pur leggera, inversione di tendenza dai riverberi positivi sul tessuto socio economico può e deve consolidarsi; a tal proposito un importante un contributo giunge dal fondo alle PMI pari 265 milioni di euro, il cui decreto è stato firmato proprio in questi giorni, il quale “disciplina i termini e le modalità di concessione ed erogazione delle agevolazioni in favore delle PMI e reti d’impresa per investimenti innovativi, al fine di rafforzare la competitività dei sistemi produttivi e lo sviluppo tecnologico nei territori delle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia”.
di Francesco Bolognese
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