venerdì,Aprile 19 2024

Coronavirus, Confesercenti: «La crisi peggiore dal dopoguerra»

L'allarme di Aloisio: «Tutelare le piccole imprese, ma non far crollare l'intero sistema. Uniti ce la faremo»

«L’ultimo Decreto del Governo, dal 23 marzo limita ulteriormente gli spostamenti e chiude praticamente tutto ciò che non è considerato essenziale. Questa ennesima stretta è conseguente al progredire della pandemia che, purtroppo, non accenna a diminuire». Così in una nota il presidente di Confesercenti Reggio Calabria Claudio Aloisio.

«Dobbiamo prioritariamente affrontare l’emergenza sanitaria – dichiara Aloisio – Non ci sono discussioni su questo. Se esplodesse qualche serio focolaio al Sud sarebbe una strage. È inutile nascondersi dietro un dito. Questo la dice lunga sul divario intollerabile che, da sempre, divide in due l’Italia: stessi doveri, diversi diritti. Anche quello alla sanità pubblica che dovrebbe essere universale. Non è questo tuttavia il momento delle polemiche e delle divisioni. Si deve remare tutti insieme verso un’unica direzione. Dobbiamo battere questo maledetto virus e lo possiamo fare solo se c’è unità d’intenti e concordia».

Secondo Aloisio «È indispensabile, però, non far crollare il sistema. Non possiamo sconfiggere la malattia uccidendo anche il malato. Il DPCM “Cura Italia” del 17 marzo è già oggi abbondantemente superato dagli eventi, per la quantità di risorse stanziate e per la metodologia che, in alcuni passaggi, non tiene conto dei tempi strettissimi in cui dovrebbe essere attuato. Ancora troppa burocrazia, troppe incongruenze, troppe ineguaglianze, troppa confusione».

«Ora, più che mai, si capisce quanto poco tutelate siano le partite iva, i piccoli commercianti, le microimprese, gli artigiani, i professionisti che sono la spina dorsale del sistema economico italiano. Possono bastare, ad esempio, 600 euro una tantum per il proprietario di un piccolo bar che vive con l’incasso giornaliero della sua attività? Mentre il suo dipendente potrà usufruire della cassa integrazione guadagnando più di lui senza, per altro, avere il pensiero dei fitti, delle bollette, delle tasse, delle spese vive la gran parte delle quali sono state congelate, è vero, ma appunto “congelate”? Si dovranno pagare prima o poi, anche ad incassi azzerati».

Per Confesercenti «Si deve fare di più, molto di più, prima per sostenere e poi per rilanciare l’economia, principalmente in territori fragili e deboli come il nostro. Gli imprenditori hanno bisogno di liquidità per non chiudere e poter ripartire e ne hanno bisogno adesso, non tra quindici giorni o un mese. Adesso. Il DPCM ha previsto una serie di misure per facilitare l’erogazione del credito, è vero, ma ancora non bastano e soprattutto, ad oggi, non sono pienamente attive. Noi, come Confesercenti Reggio Calabria, continuiamo ad essere operativi, pur nelle limitazioni date dalla situazione, rispondendo alle centinaia di imprenditori e cittadini che giornalmente chiedono assistenza e aiuto. Siamo già in grado di supportare le aziende per farle accedere alle varie opportunità che sono previste dal Decreto “Cura Italia” ma ci rendiamo conto anche di quanto, queste, siano al momento insufficienti per affrontare lo “tsunami” economico, oltreché sanitario, che si sta abbattendo sul nostro Paese». 

«È la crisi peggiore dal dopoguerra quella che stiamo vivendo. Una crisi epocale che cambierà molto del mondo così come lo abbiamo conosciuto. La risposta dovrà essere altrettanto straordinaria. Si pensi ad un vero e proprio “Piano Marshall” europeo per ricostruire il sistema, si metta in secondo piano la finanza per concentrarsi sull’economia reale, si faccia fronte comune dimenticandosi dei nazionalismi che, in casi come questi, diventano obsoleti e per alcuni versi dannosi. Si può fare. Insieme, uniti, possiamo superare questa crisi devastante e ripartire in un modo nuovo, più giusto e più equo».

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