giovedì,Aprile 18 2024

Coronavirus a Reggio Calabria, estetiste e parrucchieri in protesta. «Fateci aprire in sicurezza l’11 maggio»

Tra le richieste accolte anche controlli serrati per contrastare gli abusivi che stanno mettendo a rischio la salute pubblica

Coronavirus a Reggio Calabria, estetiste e parrucchieri in protesta. «Fateci aprire in sicurezza l’11 maggio»

Sono tra le poche categorie rimaste bloccate anche nella fase 2. A Reggio Calabria parrucchieri ed estetiste in forma di protesta hanno riconsegnato le chiavi dei saloni al sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà. Chiedono di poter riaprire e di farlo in sicurezza contrastando il fenomeno dell’abusivismo perhè mentre c’è chi rispetta le regole altri continuano a svolgere la professione in casa e se prima dell’emergenza questo era un reato che gravava anche sulle casse comunali, oggi è un problema sanitario. Come ci spiega Rosalba Pizzi presidente della federazione professionisti del benessere di Confcommercio.

La protesta

«La nostra categoria è stata dimenticata da tutti. Non accettiamo che le attenzioni del Governo siano rivolte ad altri settori e si limitino ad una incomprensibile dilazione per la ripresa delle attività di acconciatura ed estetica. Non è più sostenibile mantenere la chiusura, con costi continui e ricavi azzerati per gli interi mesi di marzo, aprile, maggio. Finora le imprese sono state alle regole, ma la prospettiva di un altro mese o forse più di fermo obbligato non può essere accettata. Noi acconciatori ed estetisti da trent’anni adottiamo protocolli per l’igiene e utilizziamo sterilizzatori, guanti in lattice e altre misure di sicurezza ma, nonostante ciò, la nostra categoria non ha ricevuto alcuna risposta rispetto alle proposte presentate».

Chiusura insostenibile

«Non è più sostenibile mantenere la chiusura, con costi continui e ricavi azzerati per gli interi mesi di marzo, aprile, maggio. Finora le imprese sono state alle regole, ma la prospettiva di un altro mese o forse più di fermo obbligato non può essere accettata. Siamo in grado di garantire un servizio nel pieno rispetto delle norme di contenimento del virus. Ma tre mesi di chiusura dell’attività non sono sopportabili per nessuna azienda. Il 9 marzo scorso abbiamo chiuso le nostre attività. A distanza di oltre 2 mesi la situazione della nostra regione, grazie alle misure prese da parte di tutte le Istituzioni e dal senso di responsabilità di tutti i calabresi sta gradualmente migliorando». 

L’incontro con Falcomatà

Il sindaco li ha accolti e ha recepito in parte le loro richieste partendo dalla sospensione della Tari per tutti i commercianti per i mesi di inattività, e prendendo un impegno per la riduzione dell’Imu ai proprietari dei locali per poter ridurre l’affitto. Inoltre, dopo aver recepito diverse segnalazioni documentate ha garantito misure di controllo sul territorio serrate per porre un freno agli abusivi.

Le Richieste al Comune

«Mentre migliora la situazione sanitaria, l’economia nel nostro settore, invece, è andata in frantumi, considerando che ad oggi nessun aiuto economico è giunto nelle nostre tasche, mentre i costi di canoni di locazione, noleggio macchinari, leasing, utenze e tanti altri oneri economici, che gravano sulle nostre aziende, non cessano e noi non possiamo, considerando che ci manca la necessaria liquidità per far fronte alle obbligazioni assunte nell’esercizio d’impresa, ottemperare ai nostri impegni economici. Vanno dunque messi in campo interventi che, nel breve periodo, diano alle piccole realtà produttive l’ossigeno per resistere al periodo di chiusura forzata e di ripartenza con le regole di distanziamento sociale e, sul medio e lungo periodo, guardino a queste realtà come svolgenti una funzione pubblica fondamentale, prevedendo azioni e strumenti diversificati in base alla tipologia e alla dimensione comunale». 

Appello al Comune e alla Regione Calabria

Riaprire in sicurezza le nostre attività il giorno 11 maggio;- lavorare a politiche di marketing territoriale che vedano l’artigianato e il commercio e i loro prodotti come componente del patrimonio culturale del Comune; 

– chiediamo che a livello locale vengano annullate la TARI per l’anno 2020 e la tassa sulla pubblicità delle nostre insegne; la riduzione/azzeramento dell’IMU per i locali commerciali da subordinare, nel caso di locali in affitto, ad una riduzione volontaria dei canoni da parte dei proprietari dei locali.

Chiediamo controlli serrati in città dagli organi preposti contro il lavoro nero e gli abusivi della professione che oltre al danno economico per l’intera Città mettono a rischio la salute del cittadino. 

Al Governo chiedono:

condono tombale su tutte le cartelle Equitalia già emesse e su quelle di prossima emissione; aiuti concreti per le nostre aziende con contributi diretti per le spese di sanificazione dei locali commerciali;15 mila euro di liquidità immediata senza burocrazia per ottemperare ai debiti degli ultimi mesi di chiusura e per l’acquisto di misure di protezione per i prossimi mesi;- blocco leasing dei costosi macchinari di estetica. 

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