martedì,Aprile 23 2024

I vigili del fuoco “discontinui” ancora in attesa di stabilizzazione

Come spiega il vice presidente nazionale Daniele Caccamo: sono diecimila e dopo tanti anni di lavoro chiedono il riconoscimento dei loro diritti

I vigili del fuoco “discontinui” ancora in attesa di stabilizzazione

I vigili del fuoco “discontinui” chiedono di essere stabilizzati e di vedere riconosciuti tutti i loro diritti. Una battaglia che si trascina da più di 25 anni e che, nonostante il susseguirsi di vari governi, non ha mai trovato fine. E adesso sono circa diecimila quelli rimasti in attesa di una sistemazione. A raccontare tutti i nodi e l’iter percorso finora, è Daniele Caccamo, vicepresidente dell’Associazione nazionale discontinui dei vigili del Fuoco. “Discontinuo” dal 2012, si fa portavoce di tanti altri colleghi che invece, sono discontinui anche dal 2000 e non hanno mai avuto la possibilità di partecipare alle selezioni fatte dal corpo nazionale e di stabilizzarsi.

A maggior ragione in tempo di l’emergenza covid, diversi vigili sono rimasti fermi, altri in quarantena, siamo stati richiamati in servizio, nel momento del bisogno: ciò significa che non sono così anziani da non poter stare in servizio con i permanenti. «Ho rischiato la vita e la rischio anche oggi, ho dato un servizio allo Stato che è servito per sopperire alle carenze dell’organico del corpo nazionale, dunque è giusto che l’amministrazione mi dia un riconoscimento e lo dia  a tutti noi». Quando si parla di riconoscimento, chiarisce Caccamo «non deve essere necessariamente un posto sul camioncino rosso, e lo stiamo dicendo a gran voce, ci potrebbe stare un posto in amministrazione, dove c’è una grande carenza. Una situazione che può riguardare il 35% dei colleghi che sono nella graduatoria dei 10mila. Ci rendiamo conto che non tutti possono essere atti a fare in vigile del fuoco in maniera permanente. E il modo per dare a queste persone un giusto riconoscimento».

I diecimila che cercano la stabilizzazione sono in attesa di una sentenza decisiva da parte della Commissione europea che lo scorso anno ha dichiarato la possibile messa in mora dell’Italia per un abuso nell’utilizzo dei vigili discontinui e dei precari del Crn e dei forestali, un ricorso misto che fa riferimento a tre figure del precariato. Sarebbe dovuta arrivare a marzo, ma è slittata a causa dell’emergenza covid. La decisione dichiara la reale precarietà di questo tipo di personale, i vigili discontinui, e porta finalmente ordine, «ci dichiara precari dello Stato – chiude Caccamo –  e così dovremmo poter acquisire tutti i diritti per poi essere formalizzati. Attendiamo con ansia la sentenza».

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