Fase 2, a Polistena la voglia di tornare al ristorante con famiglie e amici
Da ieri sono aperti anche i ristoranti. Per mettersi alle spalle le polemiche sulle prove di ripartenza, ora ci sono linee guida precise. Noi ce le siamo fatte spiegare da Giampiero, un ristoratore di Polistena che ai clienti propone una ripartenza alla stroncatura

Di Agostino Pantano
Si entra obbligatoriamente con la mascherina, ma poi stando al tavolo si deve togliere, accomodandosi su sedie le cui spalliere devono essere distanti 1 m. l’una dall’altra: si torna nei ristoranti, ma con queste regole precise. Tra i ritrovi che si sono dovuti adeguare c’è anche l’enoteca Donna Nela di Polistena, nel Reggino, dove Giampiero Pecora e Giuseppe De Leo spiegano le linee guida varate dalla Conferenza Stato-Regioni, che per loro che sono stati chiusi senza effettuare servizio da asporto, significa la prima ripartenza.
«Mascherina obbligatoria per tutto il personale – ricorda De Leo – guanti per chi sta in cucina, gel igienizzanti e informazioni distribuiti all’interno del locale».
In effetti, i clienti che hanno scelto di uscire nella prima serata utile confermano «la paura del contagio c’è, ma è al minimo, perché predomina la voglia di rilassarsi dopo 2 mesi di chiusura». Anche una famigliola seduta al tavolo conferma: «Dopo 2 mesi di pizze fatte in casa, non vedevamo l’ora di ritornare a uscireı. Si guarda al futuro con fiducia, specie nei locali che come questo che hanno la possibilità di utilizzare anche spazi all’aperto.
«Sono stati due mesi duri per noi – spiega Pecora – abbiamo scelto di attrezzarci, per garantire alti standard di sicurezza, evitando l’asporto. Non basta però la fiducia, serve anche un aiuto dello Stato quanto meno per posticipare ancora, o annullare del tutto, le scadenze fiscali che abbiamo».
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