venerdì,Marzo 29 2024

‘Ndrangheta, Coldiretti: filiera agroalimentare e mafie, affare da 24 miliardi di euro

'Ndrangheta particolarmente attiva: nel mirino bar, ristoranti, negozi di frutta e verdura. E si sfrutta l'emergenza coronavirus

‘Ndrangheta, Coldiretti: filiera agroalimentare e mafie, affare da 24 miliardi di euro

Di Francesco Bolognese – L’operazione antindrangheta, denominata “Pedigree”, con le sue propaggini in ambito agroalimentare non è un fulmine a ciel sereno. La Coldiretti va dritto al nocciolo della questione, stigmatizzando rischi e gravi ripercussioni socio economiche.

“Dal controllo sui bar, ristoranti e negozi di frutta e verdura fino al furto dei raccolti come l’uva, il volume d’affari delle agromafie è salito a 24,5 miliardi di euro con attività che riguardano l’intera filiera del cibo, approfittando anche della crisi causata dall’emergenza coronavirus.”

La criminalità organizzata, segnatamente la ‘ndrangheta come hanno dimostrato molteplici inchieste, è particolarmente attiva su questo cruciale versante. “L’agroalimentare è divenuta una delle aree prioritarie di investimento della malavita che ne comprende la strategicità in tempo di crisi economica perché consente di infiltrarsi in modo capillare nella società civile e condizionare la via quotidiana della persone. Con i classici strumenti dell’estorsione e dell’intimidazione le agromafie impongono la vendita di determinati prodotti agli esercizi commerciali, che a volte, approfittando della mancanza di liquidità, arrivano a rilevare direttamente grazie alle disponibilità di capitali ottenuti con il commercio della droga.”
A forte rischio ci sono non solo “la concorrenza, il libero mercato legale, l’imprenditoria onesta, ma anche la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani e il valore del marchio Made in Italy”.

I rappresentanti degli agricoltori auspicano una risposta forte dal legislatore. “Occorre un sistema punitivo più adeguato con l’approvazione delle proposte di riforma dei reati alimentari presentate da Giancarlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie”.

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