giovedì,Marzo 28 2024

Ponte sullo Stretto, «un’opera necessaria. È arrivato il momento di decidere»

Al convegno sulla realizzazione dell'opera arriva la telefonata di Matteo Renzi: «Costa di più non farlo che farlo. Sì ad un investimento per il futuro»

Ponte sullo Stretto, «un’opera necessaria. È arrivato il momento di decidere»

«Un’infrastruttura di cui si discute da tanto tempo. Ora è arrivato il momento di decidere. La politica non può più tentennare. Abbiamo un progetto già definito che ha avuto le autorizzazioni. È impensabile prendere in considerazione idee strambe come quelle del parlare di tunnel e usare questa proposta per prendere tempo. È un’opera prioritaria per l’Italia anche a livello internazionale. Entro il 15 ottobre noi dobbiamo presentare necessariamente le richieste del recovery fund con dei progetti validi e quale miglior progetto del ponte?». Così Silvia Vono, vicepresidente della commissione lavori pubblici e comunicazioni a Palazzo Madama, che apre i lavori della seconda giornata del convegno a Reggio Calabria, sul Ponte sullo Stretto.

Un saluto, tramite un collegamento telefonico, al convegno, ha voluto portarlo anche Matteo Renzi per testimoniare la sua vicinanza alla Calabria e alla Sicilia. «Costa più non farlo che farlo – dice Renzi – noi abbiamo un problema, che è assurdo, l’ideologia deve essere bloccata. Questa cosa libera dall’isolamento la Calabria e mette al centro in grande investimento sul futuro».

Il sottosegretario al Mit, Salvatore Margiotta dice: «Io sono da sempre affascinato dall’idea della realizzazione di questa opera, molto spesso in perfetta solitudine. Il ponte sullo stretto serve all’Italia, al mezzogiorno e serve ad una generazione politica che vuole avere l’ambizione di lasciare un segno di sé per dimostrare che, in quanto a tecnologia e tecnica possiamo essere i primi del mondo perché questo sarebbe anche il valore simbolico di questo ponte. C’è la solita polemica un po’ stantia sul fatto che non bisogna fare il ponte se prima non si fanno le altre cose ed è parzialmente vero, bisogna fare tutto e tutto insieme. C’è una discussione su un tunnel o sul ponte e qui esprimo un parere del tutto personale perché il ministero si esprimerà attraverso la commissione che ha insediato. Io sono convintissimo che si arriverà nuovamente, come già successe 30-40 anni fa, a dire che la soluzione giusta è quella del ponte. Le pendenze richieste dai treni richiederebbero tratti di galleria in Calabria per entrare e in Sicilia per uscire di decine di chilometri sottoterra, il che porterebbe a spese forti e porterebbe anche a tagliare fuori le città principali dalla possibilità di accedere alle stazioni. L’importante è non perdere quest’occasione che le forze riformiste di governo devono saper sfruttare fino in fondo».

«Fare presto il ponte sullo Stretto è una necessità per il rilancio di tutto il Paese al fine di costruire un sistema di reti strategiche per lo sviluppo verso l’Africa e nel Mediterraneo», dice il Presidente di Confassociazioni Angelo Deiana.

Davide Faraone, Presidente a Palazzo Madama del gruppo di Italia Viva interviene dicendo: «Il problema del ponte è che bisognerebbe smettere di parlarne e bisognerebbe finalmente farlo. È indispensabile per migliorare la qualità della vita e dell’economia nel nostro mezzogiorno per l’intero paese, per modificare rotte che nel mediterraneo ci scavalcano. C’è un progetto, si utilizzi quello. Occorrerebbe qualche settimana per renderlo operativo. Niente fantasie o operazioni per edulcorare il ponte con piste ciclabili o robe ridicole di questo genere ma semplicemente, realizzare l’infrastruttura. Il ponte è l’occasione che ci vuole. Poi possiamo fare le opere di detassazione per le imprese che investono al sud, i piani di sviluppo per le zes ma l’infrastruttura primaria che poi migliorerà tutte le infrastrutture secondarie è il Ponte. Le altre opere come le strade provinciali o le autostrade, se ci sarà un’infrastruttura principale che genererà uno sviluppo complessivo – conclude Faraone- miglioreranno certamente».

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