giovedì,Aprile 25 2024

Recovery Plan, Rogolino: «Calabria tagliata fuori»

Il segretario generale della Federazione Autonoma dei Sindacati dei Trasporti: «Potenziare le infrastrutture ferroviarie»

Recovery Plan, Rogolino: «Calabria tagliata fuori»

«Anche questo Governo, ormai logorato da un aspro confronto interno, si è dimenticato del Sud riservando  poco più di 700 milioni di euro, degli oltre 210 miliardi di finanziamento europeo previsti per l’Italia». Così in una nota Vincenzo Rogolino, segretario Fastconfsal della Calabria.

«Il colpo più duro verrebbe assestato alla nostra Calabria. In definitiva non si parlerebbe più di Alta Velocità ma si rispolvererebbe il vecchio, anzi antico progetto della cosiddetta velocizzazione della linea ferrata. Quindi non  Alta Velocità fino a Reggio Calabria “come abbiamo letto da qualche parte” ma velocizzazione che è tutt’altra cosa».

«Velocizzare significa rendere la linea ferrata percorribile a una determinata velocità e non costituisce assolutamente l’impianto infrastrutturale che invece richiede il sistema di alta velocità».

«Le infrastrutture ferroviarie di avanguardia continuerebbero ad essere nel sistema dell’Alta Velocità solo fino a Battipaglia. Niente riduzione delle “distanze” e di conseguenza dei tempi di percorrenza, possibili solo con le infrastrutture  che consentirebbero il transito agli elettrotreni da 300 KM/h. Una distrazione che relegherebbe inoltre la Calabria agli ultimi posti in termini di interventi a favore del potenziamento delle infrastrutture attraverso l’elettrificazione e il raddoppio della linea ionica che da Melito PS si collega con Catanzaro o per i collegamenti veloci nelle due trasversali Lamezia Terme Catanzaro e Paola-Cosenza-Sibari».

«E’ vero che il Gruppo FS di suo ha contratto mutui per oltre 3,5 miliardi di euro per le infrastrutture ma è altrettanto vero che non saranno investiti considerevolmente dalle nostre parti. Del resto la politica infrastrutturale e degli investimenti è a capo dei Governi e del Parlamento pertanto sarà compito dei ministri competenti pianificare e della classe politica nostrana (più volte assente) evidenziare lo stato di degrado e di arretratezza in cui versano le infrastrutture al Sud ma soprattutto in Calabria. Questa è la scommessa che, in una ipotesi di nuova compagine governativa, gli amministratori calabresi, a prescindere dal colore politico di appartenenza, dovrebbero onorare».

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