giovedì,Aprile 25 2024

Confartigianato: «Contro la crisi necessarie azioni concrete di contrasto»

L'allarme delle piccole e medie imprese reggine: «Con questi dati, difficile guardare con ottimismo al futuro»

Un calo del Pil dell’8,9%. Questo il dato che fuoriesce dallo studio dell’Osservatorio MPI di Confartigianato Imprese Calabria. Il 2020, segnato dalla pandemia da Coronavirus, ha fiaccato il mondo dell’artigianato calabrese: Il tasso di crescita in volume del Pil nel 2019 era pari al +0,3%, in miglioramento rispetto all’anno precedente (-0,8%). Sebbene il dato non possa essere considerato confortante, lo stesso registra una riduzione di poco più contenuta di quella prevista per la media nazionale (-9,6%). Il mondo delle piccole imprese e dell’artigianato calabrese, insomma, prova a resistere alla grave crisi sanitaria, che, inevitabilmente, si è trasformata in crisi economica e sociale.

Nel 2020 in Calabria le imprese totali iscritte sono state 8.373 e quelle che hanno chiuso sono state 7.007; ciò ha determinato un saldo positivo di 1.296 realtà. Per l’Artigianato le imprese iscritte sono state 1.764 e quelle che hanno chiuso sono state 1.689; ciò ha determinato un saldo positivo di 75 unità, portando il numero complessivo di imprese artigiane registrate nel 2020 pari a 32.512, in crescita di poco rispetto alle 32.456 registrate nel 2019. Per il 2021 è previsto un lieve recupero del Pil del +0,6%, non sufficiente a recuperare quanto perso nel 2020 e meno dinamico rispetto al recupero previsto a livello nazionale (+3,8%). Rispetto ai livelli pre crisi Covid-19 (2019), il Pil nel 2021 resta ancora sotto di 8,4 punti. Una quota maggiore di imprese dislocate sul territorio calabrese (42,7%) segnala nel periodo giugno-ottobre 2020 un calo del fatturato tra il 10% e il 50%.

E, del resto, le vendite di manufatti made in Calabria nel Mondo segnano un calo dell’11,9%. E scendono di ben 29 mila unità i rapporti di lavoro attivati nei primi 9 mesi del 2020 rispetto ai primi 9 mesi del 2019 (-10,5%). Con questi dati, difficile guardare con ottimismo al futuro.

Peraltro, i dati Istat dell’indagine “Situazione e prospettive delle imprese nell’emergenza sanitaria Covid-19” svolta tra il 23 ottobre e il 16 novembre 2020 danno evidenza di ulteriori aspetti. Le imprese della Calabria segnalano che i principali effetti causati dall’emergenza sanitaria di cui risentiranno fino a metà 2021 sono principalmente: seri problemi di liquidità (44,4%), la riduzione della domanda a seguito delle restrizioni dovute all’attuazione dei protocolli sanitari (44,0%), seri rischi operativi e di sostenibilità dell’impresa (40,3%) e la riduzione della domanda nazionale causa minore capacità di acquisto e crollo domanda turistica (33,4%). Va segnalato che rispetto all’indagine Istat effettuata a maggio 2020 si osserva che la quota di imprese che segnala la possibilità di chiusura si riduce di 4,5 punti passando dal 44,8% di maggio 2020 al 40,3% di novembre 2020.

Il problema di liquidità, quindi, non è da sottovalutare, soprattutto in territori come quello calabrese e della provincia di Reggio Calabria. A fronte di richieste di moratoria e garanzie sui finanziamenti richieste al Fondo di garanzia, i prestiti alle imprese segnano in Calabria, come a livello nazionale, un aumento. A settembre 2020 resta in territorio positivo, come a giugno – dopo quasi nove anni – il trend dei prestiti alle MPI. A settembre 2020 i prestiti alle piccole imprese restano in territorio positivo, registrando una crescita del +9,3%; performance migliore rispetto al +5,3% di giugno 2020. Il trend dei prestiti al totale delle imprese si attesta sul +6,6%, migliorando rispetto al +2,6% di tre mesi prima.

Secondo lo studio dell’Osservatorio MPI di Confartigianato Calabria, il Google mobility permette di monitorare le tendenze dei movimenti delle persone negli esercizi commerciali da febbraio 2020 alla fine di gennaio 2021; nell’osservare l’intera serie le principali evidenze sono: la forte riduzione degli spostamenti in concomitanza con il lockdown di primavera e il costante recupero nei mesi successivi – di molto più intenso nella nostra regione rispetto a quello medio nazionale – e il secondo crollo, più contenuto di quello di primavera, in concomitanza delle limitazioni introdotte a partire dall’autunno. Discesa che, dopo una breve interruzione nel periodo pre festivo del mese di dicembre, riprende in corrispondenza del periodo 24 dicembre- 6 gennaio, con l’introduzione di misure che hanno nuovamente limitato gli spostamenti delle persone.

Per questo sarebbero necessarie azioni di contrasto e di sviluppo per pensare a una ripresa. Le strategie di riorganizzazione, di contrazione e di espansione maggiormente adottate o che le imprese intendono adottare entro giugno 2021 sono: riorganizzazione dei processi e degli spazi di lavoro (17,7%), modifica/ampliamento canali di vendita e metodi fornitura e consegna di prodotti/servizi (14,8%) e riduzione sostanziale del numero di dipendenti (13,4%) e produzione di nuovi beni non connessi alla pandemia (11,2%). Gli investimenti nell’anno della pandemia (2020) sono rimasti per lo più ‘al palo’. Ma una nicchia di imprese calabresi si é differenziata incrementandoli rispetto al 2019. Esaminando gli investimenti per voce di spesa si evince che una quota maggiore di imprese nel 2020 rispetto al 2019 ha accresciuto gli investimenti in tecnologie e digitalizzazione (21,1%), in capitale umano e formazione (11,5%) e sostenibilità ambientale e responsabilità sociale (10,8%).

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