giovedì,Aprile 25 2024

Commercianti disperati: «Riaprire subito o in tanti cederanno alla ‘Ndrangheta»

L'allarme lanciato dal presidente di Confesercenti: «Velocizzare subito il piano vaccinale oppure alcuni imprenditori saranno costretti a chiedere denaro e poi cedere le aziende alle cosche»

Commercianti disperati: «Riaprire subito o in tanti cederanno alla ‘Ndrangheta»

«Non possiamo essere la categoria sulle cui spalle grava il peso della crisi». Le parole sono quelle del presidente di Confesercenti Reggio Calabria, Claudio Aloisio. L’associazione di categoria è stata ricevuta stamane dal prefetto per esporre le problematiche che sta vivendo in questo momento drammatico il tessuto imprenditoriale.

L’incontro si è aperto con la consegna al prefetto Massimo Mariani della petizione che contiene le proposte concrete sulle misure indispensabili per poter sostenere le imprese e pensare ad un minimo di ripartenza. Il prefetto avrà cura di inviarle al ministero dell’Interno ed al Mise. La petizione è stata formulata in ambito nazionale è sarà consegnata al Governo e a deputati e senatori.

Il grido d’allarme lanciato da Confesercenti ha riguardato il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata in un contesto in cui la situazione economica per gli imprenditori è drammatica. Un allarme di cui già aveva parlato il procuratore nazionale Federico Cafiero De Raho ed alcuni magistrati della procura di Reggio Calabria. «Se un imprenditore che si trova con l’acqua alla gola per salvare al sua azienda – prosegue il presidente – e qualcuno offre liquidità, in un momento in cui è così disperato, accetterà.

Il problema è che c’è una strategia ben precisa e conosciuta, per cui una delle organizzazioni criminali di tutto il mondo, la più ricca, ha tanti di quei soldi da riciclare che approfittare di una situazione di questo genere è come servire su un piatto d’argento un’occasione ghiottissima. Loro danno i soldi, poi l’imprenditore non riesce a restituirli e rilevano l’impresa. Pezzi di economia sana e legale vengono inghiottiti dalla ‘Ndrangheta, vanificando il lavoro che finora lo Stato ha fatto per contrastare il fenomeno. Serve creare azioni ad hoc per salvaguardare il territorio dal punto di vista della legalità».

Ma il punto focale, per gli imprenditori è premere l’acceleratore sulle vaccinazioni. «Sappiamo bene che la zona rossa in questo momento in Calabria non è per i contagi ma per la mancanza di posti letto per eventuali contagi. Gli imprenditori pagano delle colpe non loro, in funzione di numeri che non giustificano la zona rossa: l’inefficienza dello Stato e della Regione nel gestire a sanità e della campagna vaccinale. I vaccini sono l’unica strada per tornare alla normalità. Noi abbiamo chiesto un potenziamento della campagna vaccinale e la possibilità di avere un maggio numero di vaccini in funzione della nostra situazione rispetto alle altre regioni».

Altro punto le regole della zona rossa, rispettate dagli imprenditori ma non da tutti. «Ma gli unici penalizzati sono gli imprenditori. Basta uscire per strade per vedere che le regole non sono rispettate. Gli imprenditori sono per questo ancora più esasperati. Non possiamo prenderci il peso economico della crisi, non è giusto e non è etico, ma esso dovrà essere equamente suddiviso su tutta la comunità. Gli imprenditori prendono cifre ridicole rispetto a ciò che mensilmente devono pagare Con la spada di Damocle della sospensione delle tasse che non si sa quando si dovranno pagare. Siamo la categoria paradossalmente più fragile».

Ultimo capitolo, relativo specificatamente al comparto della ristorazione 1Chiediamo che ci sia uniformità da parte delle forze dell’ordine preposte a far rispettare le regole. Cose che in questo momento non c’è». Un’altra riunione con tutte le associazioni di categoria è stata concordata il prossimo venerdì.

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