venerdì,Marzo 29 2024

Gioia Tauro, Vecchio: «Inserire il porto nel Piano nazionale di ripresa e resilienza»

La preoccupazione del presidente di Confindustria Reggio Calabria: «Dispiace la distrazione della politica dai temi della portualità»

Gioia Tauro, Vecchio: «Inserire il porto nel Piano nazionale di ripresa e resilienza»

C’è preoccupazione per il disinteresse che la politica manifesta nei confronti delle portualità, soprattutto il porto di Gioia Tauro. Ad esprimerla, in particolare, è Domenico Vecchio, presidente di Confindustria Reggio Calabria. «Il tempo stringe – chiarisce in una nota – e i segnali che arrivano non sono confortanti. Chiediamo una forte azione dei parlamentari calabresi per l’inserimento del porto di Gioia Tauro nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, non presente nella bozza di Pnrr approvata nello scorso mese di gennaio e ora sottoposta alla valutazione delle Camere».

Da qui la preoccupazione degli industriali: «Al di là di qualche iniziativa – chiosa Vecchio – stupisce la mancanza di informazioni per l’opinione pubblica e per stakeholder, associazioni di categoria e parti sociali. Speriamo ovviamente di essere smentiti ma, a poche settimane dalla presentazione a Bruxelles del Recovery plan, abbiamo il dovere di manifestare il timore che possa essere condizionato il percorso di inserimento del porto reggino in un atto strategico per il futuro del Paese, probabilmente destinato a determinare lo sviluppo del Mezzogiorno e dell’Italia negli anni a venire».

Il presidente Vecchio, che sottolinea «l’attenzione che il sistema nazionale Confindustria e quello regionale di Unindustria, sotto la presidenza di Aldo Ferrara, da mesi sta rivolgendo al Pnrr – auspica – un’azione determinata quanto risolutiva perché il rischio di veder tagliata fuori Gioia Tauro dallapartita del Recovery è tale da far ipotizzare una condanna definitiva al sottosviluppo per un territorio che non può mantenere inespresse all’infinito le proprie potenzialità, mentre nel resto d’Italia si corre, anche per la particolare ‘sensibilità’ che la politica storicamente dimostra per altri scali come Genova e Trieste».

In conclusione «Dispiace la distrazione della politica dai temi della portualità. Nelle scorse settimane il blocco del Canale di Suez ha arrecato danni ingenti all’economia mondiale e, in particolare, agli scali del Mediterraneo. Noi imprenditori pretendiamo, e mi assumo la responsabilità del termine forte che sto usando, una classe dirigente capace di comprendere le dinamiche del mercato e dell’economia a livello globale. In questo senso, auspico in tempi brevissimi un impegno concreto di tutta la politica reggina e calabrese per la Zes e per le aree industriali. Un impegno che non si limiti a note stampa di maniera».

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