sabato,Ottobre 12 2024

Confesercenti conta i danni di un’altra settimana in zona arancione

Per Aloisio tutto è legato anche ai ritardi sulla campagna di vaccinazione che nei tempi giusti avrebbe invece garantito la riapertura

Confesercenti conta i danni di un’altra settimana in zona arancione

«Probabilmente la Calabria continuerà a rimanere in arancione anche la prossima settimana. Altri 7 giorni di limitazioni, sacrifici e perdite economiche per tanti imprenditori costretti a limitare la propria attività o, addirittura, a non poterla esercitare. In un contesto del genere ci si aspetterebbe che tutti gli sforzi in questi mesi fossero stati volti ad un’implementazione della campagna vaccinale così da alleggerire una situazione sempre più insostenibile. Ci troviamo invece, tanto per cambiare, agli ultimi posti per numero e percentuali di vaccinazioni». Questa l’amara considerazione di Claudio Aloisio Presidente Confesecenti Reggio Calabria.

«Solo il 68% degli over 80 ha ricevuto la prima dose e il 37% degli over 70
Per avere un confronto il Veneto, la Regione “prima della classe”, è al 95% degli over 80 e al 59% degli over 70. Peggio di noi solo la Sicilia. Per amor di verità bisogna dire che l’ultima settimana ha visto un incremento del 51% di dosi somministrate, il più alto d’Italia, e questo significa che qualcosa si sta muovendo ma ancora non basta. Si deve fare di più e più in fretta per colmare il ritardo accumulato e permetterci di guardare alla stagione estiva con un minimo di tranquillità. Nel frattempo un’economia allo stremo continua a boccheggiare senza certezze, con ristori che definire ridicoli è un eufemismo e la spada di damocle di una ripartenza, si, ma non quelle sperata dell’economia. La ripartenza del pagamento di tasse, tributi e cartelle che, a meno di una diversa decisione del Governo, riprenderanno tra un paio di giorni e dovranno essere saldate entro il 31 maggio.

La mazzata finale, l’ultimo tassello di una “tempesta perfetta” che travolgerà, devastandolo, ciò che rimane del nostro asfittico tessuto economico. Ancora non ci siamo, ancora l’esecutivo dimostra di non aver capito che il sistema imprenditoriale ha bisogno non solo, tra l’altro, di congrui ristori e una vera pace fiscale accompagnata da una riforma del fisco credibile e sostenibile ma, soprattutto, di certezze: sapere cosa si potrà fare, con quali risorse e quando. Perché il recovery plan, gli investimenti infrastrutturali, i progetti di sviluppo, sono strategici ed essenziali per diminuire il gap che da anni zavorra un reale sviluppo del meridione rispetto alle regioni del nord ma il rischio è, che se non si agirà immediatamente con decisione e chiarezza una volta che le condizioni per una ripartenza concreta e duratura diverranno realtà, non ci sarà più nessuno che potrà ripartire».

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