giovedì,Marzo 28 2024

Aeroporto dello Stretto, Sera: «Basta chiacchiere sul “Tito Minniti”»

Il presidente della Commissione Assetto del Territorio incalza la Sacal: «Si fornisca subito il Piano industriale per comprendere il futuro del nostro scalo»

Aeroporto dello Stretto, Sera: «Basta chiacchiere sul “Tito Minniti”»

«Sul destino dell’aeroporto “Tito Minniti” continuano a volare solo e soltanto parole. Dalla torre di controllo di Sacal continuiamo ad attendere un Piano industriale approvato ma tenuto, inspiegabilmente, senza alcun motivo plausibile, inesorabilmente segreto». È quanto afferma il presidente della Commissione comunale alla Mobilità, Giuseppe Sera, intervenendo nel merito del dibattito sollevatosi negli ultimi giorni sul tema dell’aeroporto dello Stretto Tito Minniti di Reggio Calabria.

«Se davvero si vuole il bene di tutte le aerostazioni calabresi – ha aggiunto il Presidente Sera rivolgendosi alla governance di Sacal, società titolare dell’intero sistema aeroportuale regionale – e se davvero si vogliono avvicinare la nostra regione ed in particolare la Città di Reggio Calabria al resto del Paese, si renda nella disponibilità della Comune e della Città Metropolitana l’unico documento utile a comprendere cosa Sacal vorrà fare dello scalo reggino. È una questione tecnica necessaria e propedeutica all’ipotesi di ingresso in Sacal da parte della Metrocity reggina, ma anche una questione di trasparenza, nei confronti di tutti i reggini, che hanno il diritto di sapere in che modo Sacal intende gestire il presente ed il futuro del nostro aeroporto».

«Non si capisce – aggiunge ancora Sera – perchè si debbano aspettare ancora dei mesi prima di conoscere un documento fondamentale, peraltro già approvato, che costituisce la cartina di tornasole su ciò che la Società intende fare per rilanciare il Tito Minniti, ammesso, a questo punto c’è da porsi l’interrogativo, che un piano di sviluppo esista».

«Tutto il resto – conclude Sera – sono chiacchiere che nulla di buono producono se non l’effetto di disgregare e dividere un territorio che, mai come adesso, ha bisogno di compattezza ed unità per affrontare le sfide del futuro».

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