venerdì,Marzo 29 2024

Ambulanti, Ana Ugl Basso Tirreno: «Rivedere le tariffe del canone di occupazione del suolo pubblico»

Gli ambulanti lanciano l'allarme: «Tanti Comuni si sono precipitati a chiedere il pagamento applicando tariffe sconsiderate e non rispettando quanto stabilito dalla legge»

Ambulanti, Ana Ugl Basso Tirreno: «Rivedere le tariffe del canone di occupazione del suolo pubblico»

«Continua il periodo storico il più negativo di sempre, in cui versa l’intera categoria degli ambulanti, con mercati vuoti ed incassi che non permettono di coprire nemmeno le spese di gestione». È il grido dall’allarme del direttivo Ana Ugl Basso Tirreno, che spiega come «oltre 20.000 attività dal 2017 ad oggi hanno chiuso e tante altre saranno costrette a farlo. Tali chiusure sono state causate da vari fattori tra i quali il doversi confrontare con le multinazionali e lo smisurato incremento di vendite online, che con le chiusure causa Covid hanno visto una crescita del 300%, poi non da meno l’aumento del carburante che grava molto sul settore.

Finito il periodo di emergenza, che aveva fatto giustamente esentare la categoria dal pagamento del suolo pubblico per l’occupazione, si è aggiunto appunto il versamento della quota dovuta, così abbiamo chiesto al Governo di prolungare ulteriormente il periodo di esenzione e infatti, sono stati presentati vari emendamenti da parte di varie forze politiche che, sono ancora in via di discussione. Circa il pagamento della quota di occupazione suolo pubblico, c’è da sottolineare, che tanti Comuni si sono precipitati a chiedere il pagamento dello stesso applicando tariffe sconsiderate e non rispettando quanto stabilito dalla legge, omettendo addirittura l’esistenza del Canone unico (legge n.160 del 27 dicembre 2019) che è stato istituito per superare il doppio regime di tassazione (Tosap Cosap) e per evitare un errata applicazione delle tariffe da parte dei Comuni».

Ana Ugl sta quindi intervenendo in tutta Italia per chiedere «il rispetto delle regole e quindi l’applicazione delle tariffe base stabilite per legge oltre a calcolare il canone in base ai criteri preposti e spiegati dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, con due risoluzioni. Inoltre, ai Comuni che stanno applicando un errato calcolo si sta chiedendo di bloccare le richieste di pagamento e di verificare prima il tutto. Alcuni Comuni, anche del Basso Tirreno, nell’indifferenza più totale continuano a chiedere somme, addirittura triplicate rispetto a quanto dovuto e procedendo al pagamento manuale e non tramite la piattaforma pagoPa (stabilito per legge). Pertanto, diciamo basta e come associazione interverremo nelle sedi opportune per chiedere il rispetto della legge e se necessario l’intervento della Corte dei Conti».

top