Reggio e la sfida del presente: la città invecchia e i giovani partono
La fotografia del Documento unico di programmazione è tutt’altro che incoraggiante. Saldo migratorio negativo, matrimoni in diminuzione e maggioranza di famiglie mononucleari
Reggio rimane la città più grande e popolosa della Calabria. Ma i suoi cittadini continuano ad abbandonarla, e sempre meno giovani continuano a risiedervi. C’è chi parte per motivi di lavoro ed ora anche di studio, non facendovi più ritorno. Solo nel 2020, per intenderci l’anno dell’esplosione della pandemia da Covid 19, le cancellazioni all’anagrafe cittadina sono state 2769 – di queste l’87% per altri comuni (2398), il 12% (329) per l’estero e 40 per altri motivi – mentre gli iscritti ammontavano a 1925, di cui il 71% proveniente da altri comuni. Numeri che nel calcolo del saldo naturale anagrafico danno un valore negativo (-639 unità) che diventa il vero tema centrale, la sfida, delle amministrazioni al governo della città che devono far fronte al fenomeno dello “spopolamento” che fino ad oggi sembrava confinato nei piccoli centri periferici, ed oggi, anno dopo anno, colpisce sempre di più anche le grandi città del Mezzogiorno, impoverendolo, e arricchendo – con il bagaglio culturale di chi parte – le già forti realtà del nord.
Anche perché Reggio, al di là della scarsa attrattività che riscuote tra i suoi giovani concittadini, che devono pur vivere degnamente la propria vita, a costo di abbandonare la propria città, sta invecchiando. Al 1 gennaio 2021 la popolazione anagrafica residente nella Città di Reggio Calabria è pari a 173.026, in diminuzione dello 1,06% (-1.859 ab.) rispetto all’anno precedente e del 3,59 % ( -6.440 ab.) nel confronto con l’anno 2015. L’età media della popolazione è pari a 45 anni. Gli uomini rappresentano il 48% (82.569) della popolazione con una età media di 43,46 anni, le donne con una età media di 46,36 rappresentano il 52% (90.457). I giovani minorenni sono 27.993 (16%) e gli anziani (65 e oltre) sono 38.187 (22%), di questi il 32% è ultra ottantenne (12.320, di cui il 62% sono donne).
La fotografia del Dup
Nel Documento unico di programmazione che accompagna l’approvazione del Bilancio di previsione 2022/2024, trovano indicazione gli indirizzi strategici ed operativi dell’ente e dei relativi organismi strumentali. La sua presentazione al Consiglio deve avvenire entro il 31 luglio di ciascun anno, con riferimento almeno al triennio successivo, e almeno nella sua parte generale si configura come una sorta di macchina fotografica, che dà alla politica (e non solo) una nitida immagine delle condizioni di vita dei reggini e il contesto entro il quale le vivono.
Tutto prende le mosse dal Rapporto, coordinato dal Dipartimento di Scienze sociali e economiche dell’Università La Sapienza di Roma, presentato nel novembre 2021, sulla qualità della vita nelle province italiane. Quella di Reggio si piazza all’89° posto sui 107 disponibili, con indicatori per la maggior parte negativi. Basti pensare che nella categoria “Affari e lavoro” la nostra provincia risulta 87esima, risultando non solo in miglioramento sui tassi di occupazione e disoccupazione, ma anche la prima tra le province calabresi, pur rimanendo in «una posizione non accettabile». Il giudizio di qualità è “scarso” per ciò che concerne la tematica ambiente, “accettabile” per l’incidenza dei reati, “buona” nella sicurezza sociale, “insufficiente” nella dimensione Istruzione formazione e capitale umano. Il giudizio di qualità è buono se rapportato alla dimensione popolazione ed “accettabile” se si guarda al sistema salute, ma sprofonda nell’insufficienza in tema di tempo libero e turismo, ma anche nel capitolo dedicato al reddito e alla ricchezza della sua popolazione
Nella classifica che valuta il posizionamento dei comuni capoluogo nell’indice di trasformazione digitale, ottenuto dalla media aritmetica di 8 indici settoriali (disponibilità online dei servizi pubblici, disponibilità di app di pubblica utilità, integrazione delle piattaforme digitali, utilizzo dei social media, rilascio degli open data, trasparenza, implementazione di reti wifi pubbliche e diffusione di tecnologie di rete), frutto della sintesi di 36 indicatori basati su 130 variabili e circa 14.000 dati elementari quasi interamente frutto di rilevazioni di FPA realizzate nell’anno in corso, Reggio si colloca al 55° posto.
I trend della popolazione
Detto della popolazione in costante diminuzione negli ultimi anni (al 1 gennaio 2021 pari a 173.026), il Dup certifica come nel 2020 siano stati 1.295 i nuovi nati residenti, in diminuzione del 3,67% rispetto all’anno precedente, confermando la tendenza del calo delle nascite degli ultimi anni. Il conseguente tasso di natalità passa da 8,1 del 2015 a 7,44 del 2020. Anche i decessi seguono il trend degli ultimi anni registrando un tasso di mortalità del 11,12, l’anno precedente 10,43. Nel 2020 sono decedute 1.934 persone, in lieve aumento rispetto al 2019 (1832). Anche il saldo naturale segue l’andamento degli ultimi anni registrando nel 2020 un esito negativo (-639 unità).
In diminuzione anche gli indicatori sulle unioni: complessivamente nel 2021 sono stati celebrati 396 matrimoni di cui il 53% con rito religioso (209) e il rimanente 47% con rito civile (187). «Su tale dato – si legge nel documento – ha certamente influito l’evento pandemico che ha determinato l’impossibilità di effettuare assembramenti e festeggiamenti numerosi. Infatti il quoziente di nuzialità si attesta a 2,28 contro i 4,43 del 2018».
Le famiglie anagrafiche (il dato comprende anche le convivenze) presenti sul territorio sono 76.133: il 35% di esse è composto da realtà mononucleari e il 21,5% è rappresentato da famiglie con almeno un componente minorenne. Le famiglie con presenza di minorenni sono 16.399.
Se si guarda alla distribuzione della popolazione sul territorio, l’ex Circoscrizione più numerosa è quella di Sbarre (10,4%), immediatamente seguita da Ravagnese (9,8%) e da Trabochetto Condera Spirito Santo (9,6%).
E proprio a Sbarre si concentra il maggior numero di famiglie (7.991), seguita dal Rione Ferrovieri Stadio Gebbione (7.409). L’ex circoscrizione preponderante per numero di famiglie monofamiliari è invece il Centro storico mentre il territorio con il maggior numero di famiglie con più di 6 componenti è Archi (1,8%). Le donne risultano preponderanti percentualmente in ogni territorio.
Popolazione straniera
La popolazione straniera rappresenta il 6% dell’intera popolazione residente (10.902) e registra una significativa riduzione del 4,2 % rispetto al 2019 ( -480). Gli stranieri presentano un’età media di 35,4 anni.
Gli uomini stranieri ammontano numericamente a 4.951, rappresentando il 45% del totale della popolazione straniera, mentre le donne sono 5.951, pari al 55%. I giovani minorenni ammontano a 2.394 unità (21,9%) e gli anziani (65 e oltre) sono 519 (5%) e di questi l’1% è ultra settatancinquenne.
Analizzando i dati relativi ai cittadini stranieri, secondo il paese di provenienza si evince la preponderanza dei cittadini rumeni con un ammontare pari al 23,6%, per il 18,3% da cittadini marocchini; seguono i cittadini filippini con l’11,9% e gli indiani con il 9,6%.
Istruzione vero baluardo su cui puntare
L’analisi del Dup parte dal dato dell’edilizia scolastica. In città sono presenti 221 scuole, tra pubbliche e private, comprendenti: scuole dell’infanzia, primarie che rappresentano la fetta più cospicua con 111 istituzioni presenti sul territorio; secondarie di primo grado e secondarie di secondo grado. Queste ultime, a loro volta, comprendo 10 licei, 9 istituti tecnici e 9 istituti professionali. La componente straniera, rimane al di sotto del 10% per i diversi gradi di scuola, tranne che per la scuola materna. Le percentuali più alte sono concentrate al nido ed alla scuola materna e vanno via via riducendosi nei gradi di scuola successivi. L’esatto contrario avviene nella popolazione italiana.
Confrontando il dato sull’istruzione comunale con gli altri livelli territoriali, la città di Reggio Calabria registra percentuali più alte rispetto alla media nazionale. Le persone di 25-64 anni che hanno completato almeno la scuola secondaria di secondo grado sono esattamente il 52% al 2018 e il 55% nel 2020, valori ben al di sopra della media nazionale. Le persone di 25-64 anni che hanno conseguito un titolo di studio universitario sono esattamente il 21% nel 2020, rispetto al 16% della media nazionale.
«Il grado di istruzione della popolazione residente – conclude l’analisi – è in crescita dal censimento della popolazione del 2011 al 2020, registrando le percentuali più elevate in corrispondenza della scuola media e del diploma di istruzione secondaria di secondo grado».