sabato,Aprile 20 2024

Reggio, Fondazione Mediterranea: «Porto finora sottoutilizzato, Autorità svilupperà potenzialità»

Le valutazioni e le proposte dell'ente per la promozione e lo sviluppo dell'Area e della Città Metropolitana dello Stretto

Reggio, Fondazione Mediterranea: «Porto finora sottoutilizzato, Autorità svilupperà potenzialità»

«Quello del porto di Reggio, comunque destinato alla subalternità rispetto allo storico e naturale dirimpettaio, il falcato zancleo, è un caso forse unico nella storia della moderna portualità: sottoutilizzato fino all’inedia in uno stretto di mare che dovrebbe fornirgli un’inesauribile rendita di posizione. Questo trend, fatto di miopi politiche di sviluppo e di grossolani errori gestionali, con l’avvento dell’Autorità di sistema portuale dello Stretto sembra essersi interrotto» si legge in una nota della Fondazione Mediterranea.

«Osteggiata inizialmente dalla politica, che la vedeva come una perdita di potere, con unica voce a favore quella della Fondazione Mediterranea, la nuova Autorità sta facendo quello che si sarebbe dovuto da tempo fare: sviluppo delle potenzialità di approdo per le navi da crociera di medie dimensioni; creazione di una molto remunerativa base di appoggio per le barche da diporto di grandi dimensioni; realizzazione ex novo a nord, nella zona extraportuale antistante l’attuale circolo nautico, di un porto turistico per il diporto di piccolo e medio cabotaggio; spostamento extraportuale, a nord della Capitaneria, degli approdi della Caronte; eventuale collegamento della stazione ferroviaria di Santa Caterina con il terminal degli aliscafi; rimozione dei silos della Cementir; riqualificazione dell’ex Onda Marina; apertura del porto alle compagnie marittime e ai loro business», prosegue la Fondazione Mediterranea.

«Resta una perplessità, anzi due: l’inibizione dell’avvicinamento alla banchina dei non addetti ai lavori, che di fatto ne impedisce l’uso ai reggini per le attività ludiche e di fitness; la prevista demolizione dei vecchi attracchi dei traghetti. È questo secondo punto il più dolente, fermo restando che il primo è difficilmente risolvibile per motivi di sicurezza. Gli attracchi, infatti, rappresentano la memoria storica di come si svolgevano nel secolo scorso i trasporti di passeggeri e mezzi e carri ferroviari sullo Stretto, un esempio di modernariato e tra non poco di archeologia industriale che sarebbe peccato perdere. La soluzione ci sarebbe, prospettata all’Autorità e ai vertici amministrativi cittadini dalla Fondazione  Mediterranea: spostamento della struttura nell’edificando Museo del Mare, che avrà peraltro il problema di riempire vasti spazi interni, come perno di una sezione e dedicata alla storia dei trasporti frontalieri nell’area dello Stretto», conclude la Fondazione Mediterranea.

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