giovedì,Marzo 28 2024

Caro bollette a Reggio, la disperazione di Tito “Sottozero”: «Cifre quadruplicate, così non andiamo avanti»

Anche la storica gelateria piegata da oltre 36 mila euro di luce: «Non possiamo scegliere se pagare il personale o le bollette»

Caro bollette a Reggio, la disperazione di Tito “Sottozero”: «Cifre quadruplicate, così non andiamo avanti»

È un sorriso amaro quello Tito un uomo che ha speso la sua vita con la sua famiglia per creare impresa a Reggio Calabria. Ma una stangata di oltre 36 mila euro rischia di mandare in fumo anni di sacrifici. Non esistono parole che possano spiegare la disperazione e l’amarezza che trasudano dagli occhi di chi, da sempre, si è speso per dare animo a un tessuto economico, quello reggino, sempre troppo poco valorizzato. Ma la sofferenza maggiore è mettere a rischio tanti, troppi posti di lavoro che, oggi, sono letteralmente appesi al cavo della luce.

«Noi dobbiamo vedere ora se pagare la bolletta o il personale. Io penso – ci ha raccontato Tito Pennestrì della storica gelateria “Sottozero” – che è giusto pagare il personale prima della bolletta». Un’attività florida non dovrebbe neppure trovarsi di fronte a un bivio del genere ma oggi, con una crisi che non accenna a rientrare, gli imprenditori sono all’esasperazione ed essere costretti a licenziare padri e madri che portano avanti intere famiglie con quello stipendio, è un peso che non intendono sopportare.
«Non so come faremo – la voce di Tito trema incredula nel dover ammettere questa triste realtà – perché abbiamo cifre quadruplicate e se la situazione non rientra e continueranno ad arrivare bollette così alte non so come andremo avanti. Noi lavoriamo in un contesto incerto, non sappiamo se tutto quello che facciamo, tutto il nostro lavoro e il nostro sudore basterà solo per la bolletta della luce».

E se fare impresa a queste latitudini è già difficoltoso, resistere a questa crisi che sta mettendo in ginocchio anche realtà economiche solide e imponenti diventa per le piccole e medie imprese una missione impossibile. E a mancare è stato anche un supporto da parte della politica che sembra essere lontana e sorda al grido d’aiuto di tante realtà economiche del territorio in difficoltà.
«Abbandonati, lo possiamo gridare che siamo abbandonati. La nostra classe politica è contro il lavoro altrimenti sarebbero stati al nostro fianco in questo momento di difficoltà, invece nulla». Si parla di tanti, troppi posti di lavoro in bilico in una realtà che vede già il tasso di disoccupazione alle stelle. Ma la scelta è chiare: resistere o cedere e lasciare che la crisi porti via con sé anni di investimenti e sacrifici.

E sono generazioni diverse a confrontarsi con questa emergenza che sta assumendo proporzioni insostenibili, combattuti tra il resistere e guardare al futuro o chiudere in attesa di tempi migliori.
«O resteremo in pochi o si va verso la chiusura. Mio figlio non vuole prendere questa strada ma il mio consiglio è chiudere e poi si vedrà perché lavorare per la bolletta non è possibile».
Ma quella di “Sottozero” è una denuncia che risuona in mezzo a tante. Gli imprenditori attendono la bolletta come fosse un cappio pronto a soffocare l’ennesima attività e a stritolare i pochi posti di lavoro rimasti. Chiedono aiuto e sostegno per poter sopravvivere a quello che si prospetta un inverno buio e, dopo essere sopravvissuti a due anni di pandemia, in assenza di aiuti concreti adesso si rischia il collasso economico.

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