mercoledì,Aprile 24 2024

L’Oliva Grossa di Gerace, una cultivar storica da riscoprire

La varietà coltivata nel territorio della Locride è protagonista di una giornata di laboratori didattici, degustazioni, concorsi per le aziende produttrici e un convegno per conoscere e valorizzare un prodotto dalla storia millenaria

L’Oliva Grossa di Gerace, una cultivar storica da riscoprire

di Tonino Raco – Conoscere per poter sfruttare al meglio le potenzialità e le risorse di una cultivar presente da secoli nel territorio della Locride, è l’idea del Gal Terre Locride presieduto da Francesco Macrì, che ha messo al centro di una giornata ricca di attività l’Oliva Grossa di Gerace. A dare inizio all’evento presso lo storico Palazzo Sant’Anna di Gerace sono stati i laboratori didattici indirizzati ad analisi sensoriali delle olive, laboratori a cui hanno preso parte attivamente gli studenti delle scuole secondarie di primo grado del territorio; un’occasione per comprendere l’utilizzo della “Grossa di Gerace” in cucina e per degustare alcuni piatti appositamente preparati a cura della Scuola Alberghiera di Locri e dei ristoranti di Gerace.

«L’educazione rappresenta un primo fondamentale passaggio – ha spiegato Michelangelo D’ambrosio, presidente di Slow Food Calabria – quello della conoscenza del cibo. Occorre considerare il cibo come al centro di un sistema che regola le sorti del nostro pianeta, anche in termini di sostenibilità. Oggi comincia un percorso che parte proprio dai giovani attraverso questa preziosa cultivar, poi si arriva ai produttori con cui bisogna impostare percorsi produttivi efficienti e che possano diventare attrattori turistici».

La seconda parte di giornata è stata dedicata al convegno dal tema La Grossa di Gerace tra storia, cultura, ambiente e futuro. A prendere parte alle discussioni sono stati esperti di agronomia, accademici, storici, amministratori e dirigenti regionali e metropolitani. Tra gli interventi, in rappresentanza dell’università, il rettore della Mediterranea di Reggio Calabria Giuseppe Zimbalatti, che ha garantito l’appoggio dell’ateneo nel processo di crescita della cultivar locridea. 

«Parliamo di un’eccellenza del territorio – ha sottolineato Zimbalatti – una cultivar veramente straordinaria per quanto riguarda le caratteristiche vegetative ed organolettiche in grado di dare un ottimo olio ma anche delle ottime olive da mensa; questa è un’iniziativa molto appropriata perché è opportuno approfondirne gli aspetti scientifici e divulgarne quelli statistici ed organolettici».

Il convegno si è concluso con la premiazione dei vincitori di due concorsi dedicati alle aziende produttrici del territorio, una giuria di esperti ha valutato e poi premiato il miglior olio e le migliori olive “Identitarie”. I premi, opere dell’artista Tony Custureri, sono stati conferiti all’azienda Riccio per le migliori olive da tavola e all’Oleificio Jonica Terre Del Sole per il miglior olio.

Articoli correlati

top