venerdì,Marzo 29 2024

Dehors e gazebo a Reggio, Confcommercio: «Incomprensibile l’urgenza di smontare le strutture in inverno»

La confederazione si è detta contraria alla decisione dell'Amministrazione comunale: «Il rischio è di trovarsi, tra qualche mese, un bellissimo Corso, svuotato dai dehors, ma con tanti altri locali chiusi»

Dehors e gazebo a Reggio, Confcommercio: «Incomprensibile l’urgenza di smontare le strutture in inverno»

L’incontro di stamattina con l’assessore alle attività produttive Angela Martino sulla questione dell’occupazione suolo per lo svolgimento dell’attività di somministrazione si è concluso con una netta contrarietà di Confcommercio rispetto alla posizione dell’Amministrazione comunale. Anche perché, se negli incontri dei giorni scorsi si era parlato ed era stata condivisa l’idea di un “congelamento” temporaneo delle posizioni (almeno 31 marzo) in attesa di realizzare un “progetto” comune e contestualmente un adattamento del Regolamento comunale dell’occupazione suolo, oggi la situazione precipita: richieste autorizzazioni con nuove regole immediate e controlli a tappeto. Tra l’altro mettendo in difficoltà chi, come Confcommercio, aveva condiviso con gli operatori le risultanze degli incontri fin qui svolti.

Per il presidente di Confcommercio Lorenzo Labate, il presidente Fipe provinciale Enzo Pennestrì e il direttore Fabio Giubilo «non è possibile immaginare che da un giorno all’altro, letteralmente, debbano scomparire dehor e pedane sul Corso Garibaldi e si impongano regole assai stringenti anche fuori dal centro cittadino. Se condivisibile è il principio che dopo le deroghe Covid si debba realizzare un ritorno alla normalità che assicuri il giusto decoro alla città, è altrettanto vero che sulle modalità e soprattutto sulla tempistica, sulla gradualità degli interventi è fondamentale agire con attenzione considerato che in gioco ci sono lavoro, sacrifici e investimenti di tanti imprenditori che si trovano nell’impossibilità da un giorno all’altro di potere ripensare il loro modello di business.

Ci troviamo di fronte a un regolamento comunale sull’occupazione suolo del 2017 che, per responsabilità condivisa degli operatori e degli uffici comunali che hanno dato negli anni le autorizzazioni, non è mai stato esattamente attuato. Di fronte a un errore condiviso non è pensabile individuare negli operatori gli unici colpevoli. Non è corretto, appunto, scaricare sugli operatori tutti i costi di una responsabilità condivisa. L’urgenza di un intervento che prevede lo smontaggio delle strutture in pieno inverno francamente non si comprende. Soprattutto dal momento che la stessa norma nazionale, il Milleproroghe di dicembre, prevedendo la proroga della normativa emergenziale e semplificata sull’occupazione suolo fino al 30 giugno 2023 (adesso in approvazione la proroga a dicembre), consentirebbe di utilizzare questo lasso di tempo per realizzare un intervento di complessivo restyling del citato regolamento comunale.

Soprattutto, questi mesi sarebbero fondamentali per costruire, come tra l’altro avevamo condiviso con l’Amministrazione, con il supporto dell’Università, con il confronto con altre realtà virtuose, un percorso culturale utile a portare gli operatori a fare propria l’idea, in epoca post Covid, di un passaggio dal concetto di semplice occupazione suolo ad un progetto di spazio pubblico. Confcommercio darebbe sicuramente in questo senso il proprio contributo anche attingendo alle esperienze ed alle specifiche competenze dei propri vertici nazionali. Confcommercio è ovviamente contraria a situazioni di abusivismo, condanna fermamente ogni forma di illegalità e riconosce l’importanza di interventi volti a restituire decoro alla città ed al centro cittadino.

Ma proprio per l’importanza degli interventi da adottare e per l’impatto che questi andranno necessariamente a produrre sulle attività di tanti onesti operatori ritiene indispensabile che le misure siano ben studiate, calibrate, ragionate e calate sulla nostra realtà cittadina. Che, sia chiaro, non è né Roma, né Parigi, né Milano. Ragionando diversamente e in maniera frettolosa il rischio è di trovarsi, tra qualche mese, un bellissimo Corso, svuotato dai dehors, ma con tanti altri locali chiusi. Confidiamo che l’amministrazione, come ha fatto in altre circostanze, colga il nostro appello che è l’appello dei nostri Commercianti e crei le condizioni per un intervento realmente condiviso e adeguatamente strutturato».

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