giovedì,Aprile 25 2024

Salario minimo, Sbarra: «Sia fatto con i contratti»

Il leader della Cisl a Roccella Jonica: «Giusto stabilire un compenso dignitoso sotto il quale non si possa andare»

Salario minimo, Sbarra: «Sia fatto con i contratti»

«Per un buon sindacalista la legge è il contratto: bisogna stabilire un salario dignitoso sotto il quale non si possa andare, ma il salario minimo va fatto con i contratti». Così il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra, ospite a Roccella Jonica di un’iniziativa pubblica sui 75 anni della Carta Costituzionale.

«I lavoratori e le lavoratrici in Italia hanno contratti di riferimento – ha evidenziato il leader della sigla sindacale – Il tema non è distruggere questo patrimonio che è unico in Europa. Neanche la Germania è come l’Italia. Perché dovremmo distruggere questa tradizione? Se cambiassimo ciò avremmo lavoro nero e permetterebbe di schiacciare la dinamica salariale verso il basso». Secondo Sbarra «Al compenso orario minimo serve aggiungere la previdenza complementare, la formazione continua, le ferie, elementi riconosciuti nell’attività contrattuale. Le dinamiche del salario, dell’orario dello smart working vanno lasciate all’autonomia della contrattazione. Come Cisl apriremo una mobilitazione nazionale per raccogliere le firme per alzare le relazioni sindacali di questo paese».

Tra i relatori dell’incontro, moderato dal giornalista di origini roccellesi Giuseppe Colombo, anche Antonio Viscomi, ordinario di diritto del lavoro all’Università di Catanzaro, e Gerardo Dominijanni, Procuratore generale presso la Corte d’Appello di Reggio Calabria. «L’ispettorato nazionale del lavoro non risolve i problemi, perché manca la massa critica di ispettori che controllano – ha espresso il docente catanzarese – Serve un contratto collettivo come priorità. Il CNEL è fondamentale ma bisogna risolvere i contratti collettivi, che servono a fare il gioco dei datori di lavoro che non vogliono migliorare la qualità».

Ad avviso del magistrato reggino «Dobbiamo recuperare la meritocrazia. Facciamo sì che la meritocrazia sia il valore ufficiale per giudicare e reclutare le persone. Si pensa spesso che noi calabresi siamo assistenzialisti. Ma non è più possibile che la meritocrazia sia un valore da esportare fuori dall’Italia».

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