Reggio, Russo: «L’Università lavora a un modello di sviluppo ispirato alla Dieta Mediterranea» – VIDEO
Oggi la presentazione di apposita infrastruttura di ricerca denominata Dìaita Lifestyle, finanziata con fondi Pnrr. La Regione ha investito 400mila euro
«Presentiamo il piano strategico delle infrastrutture di ricerca della Mediterranea. Approfondiamo la prima che abbiamo creato, Dìaita Lifestyle, cioè Stile di Vita Mediterraneo. Essa è incentrata sulla valorizzazione della Dieta Mediterranea intesa non solo come regime alimentare ma come vero e proprio modello di Sviluppo per il territorio».
Lo ha dichiarato Mariateresa Russo, prorettrice della Mediterranea Grandi Progetti e Infrastruttura di Ricerca, Responsabile scientifico di Dìaita Lifestyle. L’occasione è stata la conferenza stampa svoltasi nella sala degli Organi collegiali dell’università Mediterranea di Reggio Calabria. Erano presenti anche Giuseppe Zimbalatti, rettore dell’università Mediterranea, Giovanni Enrico Agosteo direttore dipartimento di Agraria, Giuseppina Princi, vicepresidente della Regione Calabria, e Gianluca Gallo, assessore regionale all’Agricoltura, Risorse agroalimentari e Forestazione.
L’infrastruttura di ricerca
«L’infrastruttura abbraccia la didattica multidisciplinare e trasversale, la ricerca e la cosiddetta terza missione. Nel segno di quest’ultima trasferiamo fuori tutto quanto generato e prodotto dalle competenze dell’università. Nei prossimi tre anni contiamo di conseguire alcuni obiettivi in linea con quattro progetti già attivi e finanziati con circa 5 – 6 milioni di euro. Essi rientrano tra i 12 milioni del Pnrr, destinati alla transizione digitale ed ecologica del sistema agricoltura e agroalimentare e di cui la Mediterranea è spoke. Non solo fondi Pnrr ma anche regionali e ministeriali.
I quattro progetti, che vedono l’università lavorare in sinergia con enti e imprese. Essi sono: Living lab, finalizzato allo sviluppo di “Modelli innovativi e piattaforme prototipali avanzate per il recupero identitario della Dìaita Mediterranea”; NutriDM per la creazione di network nazionale per la lotta alla malnutrizione, finanziato dal Ministero della Salute; Tech4You dedicato agli ecosistemi per l’innovazione; Agritech, dedicato alla transizione digitale e sostenibilità dei sistemi agricoli, forestali e del food.
Da regime alimentare a modello di Sviluppo
In questo articolato contesto, tra i nostri obiettivi, ci sono la candidatura al prossimo bando Unesco della prima rete delle Città creative di Gastrononomia e l’avvio della Food Academy. Con essi anche la messa a punto di un sistema di certificazione dello stesso sistema di sviluppo incentrato sulla Dieta Mediterranea. Essa, dunque, è da intendere non solo come risorsa alimentare ma come trainer per lo sviluppo dell’intero territorio. Dunque dall’alimentazione allo stile di vita.
Ciò passando per la valorizzazione dell’artigianato, dei cibi e delle aree marginali, dove questo stile ancora si conserva, dalla certificazione della casa mediterranea di accoglienza quale home restaurant ed elemento di punta di un turismo sostenibile, e tanto altro», ha spiegato ancora la prorettrice della Mediterranea, Mariateresa Russo.
Il Mediterraneo è il nostro futuro
«L’infrastruttura raccoglie tutte le competenze della Mediterranea attorno a un tema strategico che il bene immateriale Unesco della Dieta Mediterranea che va oltre la tavola e la dimensione gastronomica per estendersi a un approccio complessivo. L’Università sta mettendo a punto delle progettualità che metteranno dei saperi a sistema per supportare nuovo modello di interazione tra Dieta Mediterranea e territorio. Un modello che le imprese potranno implementare e sviluppare. Questa infrastruttura conta già su una rete universitaria interna di competenze e risorse umane da implementare e su relazioni, sinergie e coprogettazioni da consolidare e accrescere. Il Mediterraneo è il nostro futuro e a esso dobbiamo guardare con progettualità sempre nuove in grado di innalzare il livello della ricerca e qualificare sempre di più obiettivi e traguardi», ha sottolineato la prorettrice Mariateresa Russo.
Attività economiche sane e vantaggiose
«Guardiamo a questa infrastruttura con la consapevolezza circa la centralità rivestita dall’attività di ricerca agricola e agroalimentare nella nostra regione. Puntiamo a un coinvolgimento sempre più ampio del mondo imprenditoriale e istituzionale. L’obiettivo è fare ricerca, avviando anche sinergie in grado di creare le condizioni per attività economiche sane e vantaggiose in grado di trattenere qui i talenti di coloro che scelgano di restare e di investire in Calabria», ha sottolineato il rettore Giuseppe Zimbalatti.
Dalla terra alla tavola
«Il nostro dipartimento di Agraria con i suoi 18 laboratori scientifici segue tutta la filiera dei prodotti dal campo fino alla tavola. Questa infrastruttura di ricerca consentirà di coordinare e di finalizzare gli sforzi nel segno di un patrimonio tutto da valorizzare come la Dieta Mediterranea», ha sottolineato Giovanni Enrico Agosteo, direttore dipartimento di Agraria della Mediterranea.
Innovazione e identità
«Abbiamo investito 10 milioni di euro nella ricerca come dipartimento Istruzione e Alta formazione, di cui ho la delega assessorile. In particolare in uno progetto dell’infrastruttura che oggi di presenza, Living lab, la Regione ha messo a disposizione la somma di 400mila euro. Crediamo profondamente in questo percorso di sviluppo nel segno dell’innovazione e, in particolare in questo caso, nella promozione e nella salvaguarda delle nostre radici identitarie legate alla Dieta Mediterranea e al contesto che essa è in grado di trainare», ha concluso la vicepresidente della Regione Calabria, Giuseppina Princi.
La Dieta Mediterranea in Calabria
«La nostra Regione ha un grande ricchezza in termini di prodotti Igp e Dop. Con il 37% di superficie utilizzato per agricoltura biologica siamo la prima regione in Italia e la terza in Europa. Abbiamo anche un primato nel campo della longevità. Un contesto tale da poter conseguire consapevolezza di un patrimonio da tradurre in azioni e traguardi che favoriscano sviluppo e consentano ai giovani di non emigrare. La stessa Dieta Mediterranea, già patrimonio Unesco dal 2010, può offrire un grande contributo. Essa si compone di molti prodotti del nostro settore agroalimentare. La sua culla è oggi però solo il comune di Pollica. Dobbiamo puntare ad estendere la sua area di riferimento anche alla Calabria, in particolare a Nicotera», ha concluso l’assessore regionale ad Agricoltura, Risorse agroalimentari e Forestazione, Gianluca Gallo.