venerdì,Dicembre 1 2023

Reggio, sindacati e lavoratori in piazza: basta precariato e morti sul lavoro

Le sigle sindacali sono state ricevute in Prefetture per avviare un primo confronto sulle richieste avanzate a livello nazionale

Reggio, sindacati e lavoratori in piazza: basta precariato e morti sul lavoro

Sindacati e lavoratori di tutta la provincia reggina si sono dati appuntamento in piazza Italia a Reggio Calabria. L’adesione allo sciopero nazionale ha dato i suoi frutti e dopo le prime ore di manifestazione una rappresentanza è stata ricevuta in Prefettura dal vice prefetto Oteri.

Presente anche la Uilpa insieme alle altre categorie della Uil, quale i trasporti, la scuola, gli agricoli, la sanità e la Cgil, per scioperare contro una legge di bilancio ingiusta, iniqua, che non aiuta chi sta peggio, ma aiuta sempre e solamente i ricchi e noi vogliamo costruire un paese diverso ed un futuro per i nostri giovani.

Lo sciopero di oggi è per contrastare la previsione dei tagli previsti nella legge finanziaria che riteniamo ingiusto e per il mancato rinnovo contrattuale del Pubblico Impiego, che comporta un impoverimento del reddito e del loro salario accessorio.

«Comprendiamo le difficoltà economiche – ha dichiarato Patrizia Foti segretario generale territoriale della Uilpa di Reggio Calabria – che ormai sono presenti in ogni famiglia, visto l’impoverimento politicamente programmato di salari e stipendi e il Governo invece di intervenire per trovare le risorse combattendo l’evasione fiscale e o applicando la tassa sugli extra profitti, si scegli di andare a prendere i soldi dai pubblici dipendenti e pensionati che sono entrambi tassati alla fonte.

Oggi diciamo basta anche al Precariato. Questo è un grave problema che colpisce le lavoratrici e i lavoratori del Pubblico Impiego, spesso assunti con contratti a termine per poco tempo e per loro non vi è un euro, né una traccia in una manovra finanziaria che non continua a guardare alle esigenze delle famiglie e dei lavoratori.

Registriamo una crescita dei prezzi costante dell’energia, dei beni di consumo e dei beni di prima necessità e con la difficoltà crescente del mancato rinnovo dei contratti collettivi ed una inflazione galoppante che annienta di fatto il potere d’acquisto di chi già fatica ad arrivare a fine mese e a a poter pagare le ratei dei mutui, con percentuali d’interesse sempre più alti.

E ancora nella legge di bilancio non viè alcuna previsione di spesa per garantire maggiore sicurezza e prevenzione sui posti di lavoro. Siamo stanchi di registrare tre morti al giorno di donne uomini che vanno a lavorare e non rientrano più a case. E ancora avevano promesso di “cancellare la legge Fornero” e invece l’hanno addirittura peggiorata restringendo le già limitate misure di flessibilità in uscita, opzione donna tagliando i futuri assegni dei lavoratori del pubblico impiego e la rivalutazione delle pensioni in essere».

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