Il Tito Minniti porta d’ingresso per l’Europa, come può cambiare Reggio ad un anno dal primo volo low cost
Domani sarà il primo compleanno di Ryanair sulle coste dello Stretto: la rivoluzione che ha iniziato a ridisegnare la città

E’ passato praticamente un anno. Era infatti proprio il 25 aprile del 2024, e alle 6.15 del mattino il primo volo Ryanair decollava dall’Aeroporto dello Stretto diretto a Bologna. Non una semplice inaugurazione, ma l’inizio di un cambiamento atteso da tempo, dopo anni di marginalità, collegamenti precari e un aeroporto spesso dimenticato dalle grandi strategie nazionali.
Un volo che non ha aperto solo una nuova rotta, ha aperto un ciclo. Con l’arrivo di Ryanair, la città ha ritrovato l’accesso diretto al sistema della mobilità aerea europea, ponendo fine a un lungo periodo in cui per volare serviva prima allontanarsi. Reggio Calabria, così, si è ritrovata all’improvviso una città turistica come mai prima d’ora. Bella, attraente e viva. Con tanti – troppi – passi ancora da fare, ma con l’impegno e la volontà di diventare grande come merita. Un cambiamento, in parte in corso ed in parte tutto da raccontare, che con ilReggino.it cercheremo di documentare nelle prossime settimane per capire vizi e virtù del rinnovato turismo reggino.
Un bilancio concreto: i numeri di un anno
Il primo trimestre del 2025 ha segnato una svolta nei numeri dell’Aeroporto dello Stretto. A gennaio, i passeggeri sono stati 65.015, in crescita del +185% rispetto allo stesso mese del 2024. A febbraio sono saliti a 67.677, con un incremento del +178,8%. E marzo ha confermato la tendenza: 79.313 passeggeri e un balzo del +192,3% rispetto all’anno precedente.
Tre mesi, quasi 212.000 persone in transito, e un unico comune denominatore: la presenza di Ryanair, che ha trasformato il traffico dello scalo da residuale a rilevante. Numeri che raccontano una crescita strutturale, non un picco occasionale, e che riportano Reggio Calabria al centro di una rete di mobilità reale.
Dietro ogni cifra ci sono collegamenti che si sono consolidati, tratte che sono diventate abitudini, e un’utenza che ha cominciato a riconoscere l’aeroporto come un’infrastruttura finalmente affidabile. È questo, forse, il segnale più importante: un cambiamento percepito, vissuto, misurabile.
Rotte, investimenti, strategia
Quando Ryanair ha acceso i motori sulla pista del Tito Minniti, ha fatto molto più che inaugurare una nuova tratta. Ha messo in moto un progetto strutturato. Nei mesi successivi, la compagnia ha basato un aeromobile a Reggio Calabria, aprendo otto rotte iniziali: Bologna, Torino, Venezia per l’Italia; Tirana, Barcellona, Berlino, Marsiglia e Manchester per l’Europa.
Il successo dell’operazione è stato tale che, già a novembre 2024, Ryanair ha celebrato i 200.000 passeggeri e annunciato un secondo aereo basato nello scalo, oltre a sette nuove rotte per la stagione invernale. Un’espansione che prosegue nel 2025, con 13 collegamenti complessivi in programma tra destinazioni nazionali e internazionali. Le rotte attive includono, per l’Italia, Bologna, Milano Malpensa, Pisa, Torino e Venezia; per l’Europa, Barcellona El Prat, Berlino Brandeburgo, Bruxelles Charleroi, Francoforte Hahn, Katowice, Londra Stansted, Manchester, Marsiglia e Parigi Beauvais.
La strategia è chiara: rendere Reggio Calabria un nodo stabile e redditizio del sistema Ryanair, con voli regolari, costi contenuti e una risposta concreta alla domanda – finora insoddisfatta – di mobilità del Sud. Le tratte, scelte con cura, non collegano soltanto con i grandi hub, ma anche con città ad alto tasso di migrazione calabrese, studio e lavoro.
Un territorio che torna a volare da casa
Per i cittadini dell’area metropolitana, la differenza è sostanziale. Tornare a volare da Reggio significa non dover più raggiungere scali lontani come Lamezia, Catania o Napoli. Significa poter viaggiare direttamente, con maggiore autonomia e dignità.
Anche sul piano simbolico, il ritorno del traffico aereo strutturato ha un peso. Il quotidiano inglese The Sun ha dedicato un approfondimento alla città, presentandola come meta raggiungibile con voli low cost e sottolineandone l’attrattiva turistica. Un riflesso mediatico che evidenzia quanto l’accessibilità aerea sia un fattore decisivo nel posizionamento di un territorio.
Infrastrutture e politica: le sfide aperte
Dietro la crescita dell’Aeroporto dello Stretto c’è anche un lavoro istituzionale che ha trovato, almeno in parte, un punto di convergenza. La Regione Calabria, insieme alla Sacal, ha sostenuto il rilancio dello scalo, scommettendo sulla presenza strutturale di Ryanair come volano per tutta l’area metropolitana.
Ma se la compagnia ha fatto la sua parte, resta aperto il nodo infrastrutturale. I collegamenti da e per l’aeroporto sono ancora fragili, i servizi a terra hanno margini di miglioramento e l’intermodalità con la rete ferroviaria e portuale è ancora lontana da uno standard europeo. Senza un investimento parallelo sulle strutture, il rischio è che l’aeroporto cresca in volumi ma non in qualità.
A questo si aggiunge il ridimensionamento di ITA Airways, che ha progressivamente perso peso nello scalo. Il mancato rinnovo del volo mattutino per Linate, avvenuto proprio nell’aprile 2025, ha lasciato spazio a Ryanair, che non si è limitata a occupare un vuoto: lo ha ridefinito. Il confronto, seppur non dichiarato, segna un passaggio di consegne nella percezione e nell’efficienza del servizio.
Un futuro tutto da costruire
Il primo anno ha dato risultati tangibili, ma non basterà da solo a garantire il futuro dello scalo. La vera partita si gioca sulla capacità di consolidare la presenza di Ryanair nel tempo, mantenere le rotte attive, attrarne di nuove, e soprattutto investire nel contesto infrastrutturale e territoriale.
La sfida è passare da una stagione di rilancio a un assetto duraturo, dove l’aeroporto non sia più un anello debole della catena logistica, ma una risorsa stabile, moderna e funzionale per l’intera area dello Stretto.
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