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A Reggio il Professional day: volti, dialoghi e speranze tra studenti e aziende alla Mediterranea – FOTO

Oltre 50 aziende, centinaia di giovani e decine di colloqui in due giorni: il Professional Day conferma il suo valore umano e concreto. Tra curriculum, strette di mano e attese trasformate in occasioni vere, Reggio Calabria prova a cambiare il modo in cui si cerca e si trova lavoro

A Reggio il Professional day: volti, dialoghi e speranze tra studenti e aziende alla Mediterranea – FOTO

Uno dietro l’altro, con il curriculum in mano e lo sguardo di chi ci crede. Fuori dall’aula magna dell’Università Mediterranea si forma una fila continua: studenti, laureati, candidati esterni, tutti in attesa di un colloquio. Ma soprattutto, in attesa di essere ascoltati.

Il Professional Day 2025, giunto alla tredicesima edizione, ha portato oltre 50 aziende a Reggio Calabria, in una due giorni (19 e 20 giugno) organizzata da Cisme, IN.FORM.A – Camera di Commercio, Job Placement UniRC, con il supporto del Centro per l’Impiego e di Arpal Calabria. L’obiettivo? Incontrarsi. Davvero.

«Mi sono iscritta sulla piattaforma, ho inserito i miei dati e oggi sono qui con il CV stampato», racconta una studentessa con esperienze in ambito amministrativo. «Ho già sostenuto alcuni colloqui. Le aziende sono state disponibili, ti ascoltano, ti fanno domande, si ricordano chi sei. Non sei un numero».

Accanto a lei, un altro ragazzo spiega: «Ho chiesto soprattutto per tirocini. Non mi sono candidato a una posizione precisa, ma è stato utile. Ti spiegano, ti danno indicazioni. E magari ti richiamano più avanti».

C’è chi, come Francesco, laureato in Design della Comunicazione, ci vede anche un primo test: «Questo tipo di colloquio ti prepara. Capisci cosa vogliono le aziende, cosa ti chiederanno. È molto meglio che mandare curriculum a vuoto. Almeno qui c’è un contatto umano».

E poi c’è Silvia, studentessa di Ingegneria: «Io ho già fatto un colloquio oggi, domani ne farò un altro. Preferisco queste preselezioni: vedi in faccia con chi potresti lavorare, capisci l’ambiente. Su internet non è lo stesso».

Un evento per tutti, non solo per universitari

«Quest’iniziativa è aperta a tutti», ribadisce un’addetta HR di una società presente. «Ma serve più comunicazione, perché molti pensano sia solo per chi frequenta l’università. Invece abbiamo incontrato anche candidati esterni, molto validi».

A confermarlo è anche Fabio Giordano, referente del Centro per l’Impiego di Reggio Calabria: «Siamo qui per supportare le imprese e per promuovere le opportunità attive sul territorio. Incentivi, tirocini, percorsi di inserimento: strumenti reali per agevolare l’occupazione, non solo buone intenzioni».

A ogni tavolo, i referenti aziendali prendono appunti, ascoltano, stringono mani. «Dal vivo capisci tante cose che un CV non dice», afferma una recruiter. «Come si pone una persona, se è motivata. Alcuni ragazzi magari non hanno esperienze, ma hanno energia, proposte, voglia di imparare».

Il valore di questo evento? Rete, confronto, visibilità

Mario Carbone, presidente di Cisme e tra gli organizzatori del Professional Day, non ha dubbi: «Molti continuano a ripetere che qui “il lavoro non c’è”. Ma il lavoro va costruito, e questi eventi servono proprio a questo: creare connessioni, generare occasioni. Se anche un solo ragazzo venisse assunto, per noi sarebbe un successo. Ma siamo certi che saranno molti di più».

Anche da parte delle aziende, il giudizio è positivo. «Noi abbiamo un reparto HR che lavora anche tramite piattaforme digitali», spiega la responsabile selezione di un’azienda reggina, «ma il contatto diretto è tutta un’altra cosa. Oggi abbiamo sostenuto diversi colloqui utili. L’anno scorso sono scaturiti alcuni inserimenti, speriamo anche quest’anno».

La Regione c’è: imprenditorialità e formazione

Accanto agli stand delle aziende, anche quello di Arpal Calabria, dove Giuseppe Marino, dirigente per le politiche attive del lavoro, ha presentato ai giovani il bando FIDeG – Fondo Imprese Donne e Giovani: «Offriamo un percorso gratuito di formazione online, affiancamento con esperti e la possibilità di ottenere un contributo per avviare una propria attività. È un’opportunità concreta per chi vuole provare a creare lavoro, oltre che cercarlo».

Il percorso formativo prevede moduli su business plan, marketing, fiscalità, gestione d’impresa: strumenti essenziali che restano utili anche a chi, alla fine, sceglierà un’altra strada.

Le storie che restano

Nel pomeriggio del secondo giorno, mentre le postazioni si svuotano e i ragazzi escono uno alla volta, restano le storie. Quelle delle ragazze che si sono messe in fila senza sapere cosa aspettarsi. Quelle dei ragazzi che hanno trovato il coraggio di presentarsi. Quelle delle aziende che, da un semplice dialogo, hanno visto accendersi una possibilità.

E poi restano i dati. Oltre 50 aziende, più di 140 profili ricercati, centinaia di colloqui. Nei prossimi giorni le organizzazioni raccoglieranno i feedback per sapere quante occasioni reali si saranno attivate: tirocini, assunzioni, percorsi di orientamento.

Ma il risultato più evidente è già qui. In due giornate in cui il lavoro ha ripreso volto umano. In cui il Sud ha dimostrato di sapersi mettere in gioco. In cui un curriculum è diventato una conversazione.

«In un mondo dove invii cento candidature senza ricevere una risposta, questo evento è stato una boccata d’ossigeno», dice un partecipante. «Almeno qui qualcuno ti ascolta».

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