sabato,Luglio 12 2025

Confesercenti Reggio: «Multinazionali americane escluse dalla Global Minimum Tax. Un attacco alle imprese locali»

Secondo Confesercenti è un gravissimo passo indietro nel cammino verso una fiscalità più equa e sostenibile

Confesercenti Reggio: «Multinazionali americane escluse dalla Global Minimum Tax. Un attacco alle imprese locali»

La recente decisione maturata in sede G7 di escludere le grandi multinazionali americane – come Amazon – dall’applicazione della Global Minimum Tax rappresenta, secondo Confesercenti Reggio Calabria, un gravissimo passo indietro nel cammino verso una fiscalità più equa e sostenibile.

Si tratta di una tassa minima, già di per sé contenuta (15%), pensata per correggere almeno in parte le distorsioni concorrenziali tra i colossi globali e le imprese locali. Eppure, questa misura viene oggi svuotata di senso e di efficacia.

«Questa scelta segna un colpo devastante per i piccoli esercizi commerciali, per le partite IVA, per le imprese che animano il tessuto urbano e tengono viva l’economia reale delle nostre città» – dichiara Claudio Aloisio, presidente di Confesercenti Reggio Calabria. – «Non è più concorrenza: è resa incondizionata al potere economico, travestita da diplomazia internazionale».

In un momento in cui le imprese del territorio sono chiamate ogni giorno a rispettare regole stringenti, a sopportare carichi fiscali spesso sproporzionati rispetto alla propria dimensione, e a sopravvivere in un contesto di crisi economica strutturale, vedere i giganti digitali beneficiare di una sorta di “impunità fiscale” su scala globale è, per l’associazione, semplicemente inaccettabile.

«Di fronte a questa prepotenza – prosegue Aloisio – l’Unione Europea e le maggiori potenze del G7 tacciono o si piegano, accettando compromessi che minano il futuro delle PMI e tradiscono i principi di giustizia fiscale e coesione economica tra Stati».

Per Confesercenti, il principio di equità fiscale rappresenta il fondamento di ogni mercato sano e realmente libero. L’ascesa dei grandi gruppi internazionali, il cambiamento delle abitudini di consumo e la rivoluzione tecnologica hanno già imposto mutamenti epocali nel commercio e nei servizi. I negozi fisici sono costretti ad adattarsi: digitalizzando i servizi, creando reti come i DUC (Distretti Urbani del Commercio), sfruttando le nuove opportunità offerte dal web.

Una trasformazione difficile, che rischia però di diventare impossibile a causa della crescente disparità di trattamento fiscale tra piccole imprese e multinazionali.

«Se chi può tutto non paga nulla – conclude il presidente – allora non parliamo più di libero mercato, né di sovranità, né di competitività. Parliamo solo di resa alla legge del più forte, con buona pace dei valori che ci vantiamo di rappresentare, ma che, in realtà, non abbiamo il coraggio di difendere, in nome di una Realpolitik che premia l’arroganza e il bullismo internazionale».

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