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Phoenix Logistic, licenziato dirigente USB: «Attacco alla libertà sindacale»

Phoenix Logistic sotto accusa dopo il licenziamento di Nicola Giarmoleo. I sindacati: «Punito per non aver accettato un accordo al ribasso»

Phoenix Logistic, licenziato dirigente USB: «Attacco alla libertà sindacale»

Si è svolto martedì 2 luglio, nei locali della Fismic a Reggio Calabria, un incontro promosso da USB e Fismic per denunciare pubblicamente il licenziamento di Nicola Giarmoleo, dirigente provinciale USB e Rappresentante Sindacale Aziendale presso la Phoenix Logistic.

Un licenziamento motivato formalmente dall’assenza del lavoratore a una visita fiscale durante un periodo di malattia. Per USB e Fismic, tuttavia, si tratterebbe di un pretesto: il vero motivo sarebbe da ricercare nell’attività sindacale svolta da Giarmoleo, considerato «scomodo» per la sua opposizione a un accordo al ribasso sull’inquadramento contrattuale dei lavoratori.

Secondo le sigle, né le giustificazioni fornite dal lavoratore né la sua richiesta di un confronto sarebbero state prese in considerazione. Il licenziamento rappresenterebbe dunque, a loro avviso, una ritorsione contro chi ha scelto di non accettare condizioni economiche e contrattuali ritenute ingiuste.

All’origine del caso, infatti, vi sarebbe il rifiuto di Giarmoleo di sottoscrivere un accordo conciliativo che prevedeva l’adeguamento dei livelli d’inquadramento alle mansioni effettive svolte, ma con compensi giudicati insufficienti. Una dinamica che, secondo USB, si inserisce nella più ampia problematica del sistema degli appalti e subappalti, dove a pagare il prezzo più alto sono sempre i lavoratori.

La vicenda non si è fermata al licenziamento: nei giorni successivi, USB ha denunciato una serie di atti ritorsivi nei confronti degli iscritti, come richiami disciplinari infondati, esclusione sistematica dagli straordinari e il diniego di permessi previsti dalla Legge 104. Anche la Fismic sarebbe stata colpita: dopo aver appoggiato le rivendicazioni di USB, l’azienda avrebbe interrotto ogni forma di dialogo con il sindacato, negando assemblee e permessi fino ad allora regolarmente concessi. Fismic ha quindi presentato formale denuncia per comportamento antisindacale.

«Il licenziamento di Giarmoleo è il culmine di un’escalation repressiva», denunciano i promotori dell’incontro. «Sarà il Tribunale del Lavoro a stabilire la legittimità del provvedimento, ma per noi è un licenziamento politico e sindacale a tutti gli effetti».

Alla riunione erano state invitate anche le sigle confederali (FILT CGIL, FIT CISL, UIL Trasporti) e le RSA di riferimento, ma nessuna di queste ha partecipato. «Un’assenza grave – osservano USB e Fismic – che rischia di trasformarsi in una legittimazione implicita della narrazione aziendale. La libertà sindacale va difesa sempre, indipendentemente dalla sigla di appartenenza».

Nel mirino anche le aziende committenti, Hitachi Rail e ISS Palumbo, che secondo USB e Fismic non possono sottrarsi alle proprie responsabilità: «Ci appelliamo al principio di responsabilità solidale – annunciano – e nei prossimi giorni chiederemo formalmente l’apertura di un tavolo di confronto per affrontare e risolvere le dinamiche antisindacali che da troppo tempo si verificano all’interno del perimetro aziendale».

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