Partono i saldi estivi a Reggio: Confesercenti e Confcommercio divisi tra ottimismo e la necessità di nuove strategie
Si prevede un valore economico complessivo tra i 127 e i 142 milioni di euro a livello regionale, con Reggio Calabria che si attesta come la seconda provincia per impatto di spesa, contribuendo per circa il 33% del totale

Iniziano ufficialmente oggi i saldi estivi in quasi tutte le regioni italiane, offrendo sconti fino al 60% su abbigliamento, accessori e calzature e in Calabria prendono il via con prospettive decisamente positive. Le stime elaborate dal Centro Studi di Confcommercio Calabria indicano una propensione all’acquisto intorno al 75% nella nostra regione, un dato in linea con la media nazionale e, soprattutto, in crescita rispetto allo scorso anno. Il valore economico complessivo atteso per i saldi si aggira tra i 127 e i 142 milioni di euro.
L’impatto maggiore di questa spesa è previsto nelle province di Cosenza (circa il 36%) e Reggio Calabria (circa il 33%), seguite da Catanzaro (19%), Vibo Valentia (10%) e Crotone (8%).
Maria Santagada, direttore di Confcommercio Calabria, ha sottolineato l’importanza di questi numeri: «Questi dati confermano un clima di fiducia e una ripresa del potere d’acquisto, seppur con scelte sempre più ponderate. I saldi estivi 2025 segnano un ritorno deciso nei negozi fisici, in particolare nel commercio di prossimità, che continua a essere un punto di riferimento insostituibile per i cittadini. Il dato che ci fa riflettere maggiormente è la crescente attenzione verso i prodotti di marca e di qualità, segno di un consumatore più maturo, consapevole e attento al valore, non solo al prezzo».
Le regole per un acquisto corretto e consapevole
Per un acquisto sereno e senza sorprese, Federazione Moda Italia e Confcommercio ricordano ai consumatori alcuni principi fondamentali:
Cambi: la possibilità di cambiare un capo è, in genere, a discrezione del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme al Codice del Consumo. In questi casi, il negoziante ha l’obbligo di riparazione o sostituzione. Per gli acquisti online, invece, è possibile restituire o cambiare il prodotto entro 14 giorni dal ricevimento.
Prova dei capi: non esiste un obbligo legale per il negoziante di consentire la prova dei capi; è a sua discrezione.
Pagamenti: i negozianti sono tenuti ad accettare le carte di credito, e si incoraggiano i pagamenti cashless per una maggiore sicurezza e tracciabilità.
Prodotti in vendita: gli articoli proposti in saldo devono essere di carattere stagionale o di moda e devono essere soggetti a un notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo.
Indicazione del prezzo: è obbligatorio che il negoziante indichi il prezzo normale di vendita, la percentuale di sconto applicata e il prezzo finale. Inoltre, in ottemperanza alla Direttiva Omnibus, va comunicato il prezzo più basso applicato ai consumatori nei trenta giorni precedenti l’avvio dei saldi.
Budget e preferenze di spesa: calzature in vetta
Il budget medio previsto per persona è di circa 218 euro, una cifra che si riduce a 136 euro per chi non lavora. La fascia di spesa più comune, si aggira intorno ai 100 euro. Tuttavia, non manca chi è disposto a spendere di più: il 16% prevede di investire 200 euro, mentre una minoranza (circa il 7%) arriva o supera i 300 euro. A livello territoriale, il Nord spende in media di più (241 euro) rispetto alle regioni del Sud e delle isole (196 euro).
Le calzature si confermano in cima alla lista dei desideri dei consumatori per i saldi: oltre la metà (53%) di coloro che hanno già deciso cosa acquistare punterà su sandali, sneakers, zeppe o mocassini. Subito dopo troviamo t-shirt, top e bluse (50%), seguiti da pantaloni, gonne e maglieria leggera (entrambi al 38%). Anche abiti (37%) e intimo (31%) mantengono una quota rilevante, mentre costumi da bagno e accessori da spiaggia (28%) segnalano la voglia di vacanze ormai imminente.
Aloisio: «Boccata d’ossigeno per i negozi fisici, attenzione alla concorrenza sleale»
Claudio Aloisio, presidente della Confesercenti Reggio Calabria, ha espresso un cauto ottimismo: «Quello che ci aspettiamo è sicuramente una boccata d’ossigeno per le attività commerciali, che in questo momento stanno vivendo una situazione molto difficile e complicata, vuoi per una crisi strutturale, funzionale a un sistema abbastanza complesso che non permette di gestire la propria attività in un contesto di concorrenza leale»
Aloisio punta il dito in particolare contro la concorrenza sleale delle grandi multinazionali e del commercio online, che «hanno una tassazione ridicola rispetto a quella dei negozi fisici. Nonostante ciò, sicuramente noi ci aspettiamo che, almeno per i nostri dati, i saldi porteranno delle entrate, e quindi una boccata d’ossigeno per tutti gli operatori commerciali».
Per i consumatori, il consiglio di Aloisio è abbastanza chiaro: «rivolgersi con fiducia ai negozi fisici, soprattutto quelli che si conoscono, quelli nei quali solitamente si va a comprare. E stare chiaramente attenti alla qualità dei prodotti messi in vendita e ai prezzi, agli sconti che vengono effettuati e verificare che siano effettivamente reali»
Labate: «L’e-commerce ha affievolito l’effetto sorpresa dei saldi tradizionali»
Lorenzo Labate, Presidente di Confcommercio Reggio Calabria, offre una prospettiva più critica e proiettata nel futuro, domandandosi quanto entusiasmo possano ancora suscitare i saldi tradizionali. «Un tempo erano sinonimo di ‘caccia agli affari’, di sconti, occasioni, entusiasmo. Oggi però l’aria è cambiata» ha affermato Labate.
«I saldi interessano sempre di più l’abbigliamento e le calzature ma rimangono comunque un’occasione importante per i negozi fisici. Anche se, a livello di vendite, i veri picchi si registrano ancora nei saldi invernali. Forse perché d’inverno si è più inclini a spendere di più specialmente a Natale. Quello che abbiamo notato invece oggi è che, ha continuato Labate, con queste alte temperature estive, le persone sono scoraggiate dallo shopping, specialmente nelle ore centrali della giornata. Le strade sono pressoché vuote, e le passeggiate si prediligono di più nelle ore serali.
La situazione, insomma, è cambiata. E dico forse per la prima volta: il concetto stesso di “saldo” sta perdendo forza. Perché nei mercati globali, sulle piattaforme online, ci sono promozioni tutto l’anno, con codici sconto, offerte lampo e quindi il consumatore ormai è abituato a trovare uno sconto tutto l’anno. Lo dico da anni: l’e-commerce ha affievolito l’effetto sorpresa dei saldi tradizionali. Oggi il cliente è più digitale: confronta, clicca, cerca su internet e spesso preferisce acquistare comodamente da casa, piuttosto che recarsi in centro città.
I saldi continuano ad esserci ma non sono più quelli di una volta. Forse è arrivato il momento di ripensarli, di reinventarli. Magari spostando l’attenzione su altro: sull’esperienza, sul rapporto col cliente, sulla qualità. Infatti, la mia idea, per il futuro, ha concluso il presidente di Confcommercio, sarebbe quella di proporre, chiaramente in accordo con la normativa, sia a livello regionale che nazionale, una riforma dei saldi: cioè permettere a ogni azienda di fare saldi quando vuole, in qualunque periodo dell’anno, con una semplice autorizzazione. Comportarsi, in sostanza, un po’ come fanno già le piattaforme online».