Il cardinale Bassetti a Reggio Calabria: parlerà di pace e Mediterraneo
“Mediterraneo, un laboratorio di integrazione. Il potenziale contributo della Calabria” è il tema che sarà affrontato. Appuntamento il 19 giugno alle 9:45 presso il Consiglio regionale della Calabria
I popoli, a gran voce, chiedono ai governanti di far tacere le armi e avviare processi di pace dall’Ucraina al Medio Oriente, ai tanti conflitti “dimenticati” nel mondo. Lo dimostrano le piazze in molte città europee e le posizioni di numerose organizzazioni politiche, istituzioni culturali, scientifiche e della società civile. Non da ultima la Chiesa che esprime la più alta autorità morale universalmente riconosciuta, il Papa, invitato al prossimo G7.
A supporto del sentimento di giustizia e di pace che si eleva dal basso, l’Associazione fra ex consiglieri regionali con la collaborazione e il patrocinio morale dell’arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova promuove il convegno “Mediterraneo, un laboratorio di integrazione. Il potenziale contributo della Calabria”, nella città dello Stretto, presso il Consiglio regionale, mercoledì 19 giugno, alle 9:30.
Principale relatore sarà il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo emerito di Perugia, già presidente della Cei, che ha dato vita al progetto di rilevanza internazionale “Mediterraneo, frontiera di pace” con le sue prime tre tappe di Bari (2020), Firenze (2022) e Marsiglia (2023) a cui hanno partecipato papa Francesco e i presidenti Sergio Mattarella ed Emmanuel Macron, coinvolgendo i rappresentanti delle istituzioni religiose e civili di sessanta città metropolitane di venti Paesi del bacino del Mediterraneo.
Il cardinale Bassetti ha attualizzato il pensiero di Giorgio La Pira, il sindaco “santo” di Firenze, fautore dei “Colloqui mediterranei” tra gli anni ’50 e ’60.
Pensiero riproposto quasi in coincidenza con il rischio dell’allargamento dei conflitti in Medio Oriente e in Ucraina. Per La Pira lo “spazio mediterraneo geopolitico” era un punto nevralgico della pace mondiale” e i Colloqui mediterranei erano incentrati inizialmente sul dialogo fra i popoli delle tre religioni monoteiste: ebrei, cristiani e musulmani.
Il pensiero di La Pira, un costante dialogo per creare processi di pace anche dal basso, trova riscontro nelle «buone pratiche» messe in campo dagli stessi territori mediterranei, come la Calabria.
Al riguardo il convegno si arricchirà del contribuito di Anna Italia, ricercatrice del Censis, che relazionerà sulla “Risorsa Mediterraneo per la Calabria e per il Paese”. Si tratta di un aggiornamento di due ricerche commissionate dalla stessa Associazione al Censis, tra il 2015 e il 2017: “Il Mediterraneo: così vicino, così lontano…”; “La nuova scommessa della Calabria: trasformare i flussi dal Mediterraneo in piattaforme di relazionalità”.
Attesa anche la relazione di Domenico Marino, docente di Politica economica all’Università Mediterranea, che interverrà su “Il ruolo del Mediterraneo nel nuovo scenario geopolitico ed economico”. In merito ai progetti di accoglienza e integrazione interverranno: padre Gabriele Bentoglio, già sottosegretario del Pontificio Consiglio della Pastorale dei Migranti e Itineranti, attuale direttore dell’ufficio migrantes diocesano di Reggio-Bova.
Interverranno, inoltre, Francesco Creazzo, addetto stampa di Sos Mediterranee; Mariangela Ambrogio, direttrice della Caritas diocesana di Reggio-Bova; Stefano Calabrò, della Commissione Anci Calabria per l’immigrazione e le politiche dell’accoglienza.
I lavori saranno aperti dai saluti istituzionali dell’arcivescovo Fortunato Morrone, presidente della Cec, di una rappresentanza della Regione e del presidente dell’Associazione Stefano Priolo. Moderati da Raffaele Iaria, giornalista esperto di migrazioni. I lavori verteranno anche su alcuni interventi di “buone pratiche” in materia di accoglienza e integrazione, in primis di Comuni, attraverso i progetti della Rete Sai (Sistema di accoglienza ed integrazione). In Italia, al 31 marzo 2024, questi progetti sono 884 di cui 114 nella sola Calabria.
Finalità del convegno è anche quella di contribuire al progetto “Mediterraneo, frontiera di pace” apportando allo stesso dal basso – un tassello tangibile del processo di integrazione indispensabile alla pace.