domenica,Dicembre 8 2024

Ligabue al teatro Cilea di Reggio per una di quelle “Certe notti” in cui restare sveglio… – FOTO

Un intenso viaggio lungo oltre 40 anni di canzoni ed emozioni in occasione della prima delle due tappe calabresi del tour In teatro, Dedicato a noi

Ligabue al teatro Cilea di Reggio per una di quelle “Certe notti” in cui restare sveglio… – FOTO

Leggero ed è subito magia al teatro Francesco Cilea di Reggio Calabria dove Ligabue ieri sera ha portato l’emozione e l’energia di oltre 40 anni di musica. Stasera al politeama di Catanzaro per la seconda tappa calabrese (l’ultima al Sud) delle 31 partite dalla sua Correggio tre settimane fa, Ligabue è tornato a distanza di un anno dalla tappa di Indoor al PalaCalafiore e di quasi 20 anni a suonare nel teatro in riva allo Stretto, in occasione di una delle tappe del suo tour “In Teatro Dedicato a noi”. Dall’album del post pandemia, il cui titolo è anche quello del tour, canta il coraggio di chi “fa la sua storia, di chi rimane ancora qui. Come tutti, a tanto così”. Canta anche l’amore con La metà della mela. E intanto regala al pubblico un tuffo nei primi anni 2000 con Ti sento, Questa è la mia vita, Tutte le strade portano a te (da Fuori come va 2002), lasciando che “piova pure”, prendendo “il sole che c’è”.

Il viaggio a ritroso arriva fino agli anni Novanta con il rock, che con Ligabue torna in teatro sulle note di Vivo o morto X e con l’emozione che non conosce tempo di Quella che non sei. Da Buon compleanno Elvis del 1995 la clessidra scorre fino a Una vita da mediano (Miss mondo 1999) ma prima una pagina di diario con il racconto della prima chitarra regalata dal padre quando aveva 15 anni. Un padre che non credeva che di musica si potesse vivere ma credeva nella musica che suo figlio avrebbe scritto e fatto. Un gesto profetico al quale Ligabue ha voluto rendere omaggio.

La prima parte del concerto vola via con la dolcezza struggente de Il peso della valigia (Arrivederci mostro 2010) e con l’energia trascinante di Happy hour (Nome e congnome 2005).

Sogni di rock ‘n’ roll (Ligabue 1990) sembra scritta per essere suonata in teatro. Dopo una breve pausa si riprendono il palco Luciano Ligabue accompagnato dalla fedele chitarrista Federico Poggipollini, da Davide Pezzin al basso, da Luciano Luisi alle tastiere e, per la prima volta in tour con il padre, Lenny Ligabue, che con la batteria ha inciso i brani dell’album Dedicato a Noi.

Con i sogni che danno sempre “forma il mondo” (Mondovisione 2013), Non è tempo per noi (Ligabue 1990) e Le donne lo sanno (Nome e cognome 2005), il pubblico si scalda prima esplodere con l’immancabile “Balliamo sul mondo”. È ancora il primo album da studio Ligabue 1990 a sprigionare ricordi ed emozioni fortissime. Il pubblico si accende, dalla platea fino all’ultimo loggione, in un climax emotivo che arriva fino alla Piccola stella senza cielo. Con Tra palco e realtà (Su e giù dal palco 1997) ci si avvia alla fine di un viaggio intenso, quello che tutti si aspettavano. Un finale che consacra come intramontabile Certe notti (Buon compleanno Elvis 1995), annunciata da un intro degno di una canzone che ha segnato intere generazioni, i cui trent’anni saranno festeggiati il prossimo anno con il concerto evento a Campovolo in programma per il 21 giugno 2025.

Il palco non resta a lungo vuoto. Ligabue e i suoi ritornano per salutare il pubblico con Urlando contro il cielo (Lambrusco coltelli rose & pop corn 1991). “Certe luci noi può spegnerle” canta ancora Ligabue. Ed effettivamente, anche se il sipario è calato, c’è un bagliore che resta dentro e che resta acceso.

top