sabato,Aprile 20 2024

La bufera politica di Taurianova, tra accuse, sospetti e cambi di casacca

Dopo le dimissioni di 9 consiglieri nella cittadina della Piana regna l'incertezza. Scionti attacca: «Gruppo di potere? Solo per spirito di servizio»

La bufera politica di Taurianova, tra accuse, sospetti e cambi di casacca

di Agostino Pantano

Torna a farsi torbido il contesto politico intorno al municipio di Taurianova, già passato alla storia per il primo scioglimento per mafia in Italia. Non che prima di oggi fosse stato in un clima sereno il mandato del sindaco Fabio Scionti, finito ieri per le dimissioni contestuali di 9 consiglieri, fra i quali uno che fino a domenica scorsa faceva parte della maggioranza.

Quattro anni di un susseguirsi di cambi di casacca e misteri, a partire dall’attentato subito dal primo cittadino – nel settembre del 2017 – e per il quale è tuttora sotto processo un ex amministratore, Francesco Sposato, giudicato e assolto in un diverso processo su mafia e politica.

Un concentrato di inquietanti premesse, fino al documento di sfiducia firmato anche da un consigliere di maggioranza, Daniele Prestileo, che era subentrato in Consiglio a Giuseppe Falleti, che era capogruppo del Pd quando dovette lasciare gli scranni perché indagato dalla Procura col sospetto di essersi mandato delle lettere anonime di minaccia, per rinsaldare la coalizione in una fase in cui Scionti viveva sotto scorta.

L’ex sindaco, che ora perde anche il ruolo nell’esecutivo della Città metropolitana di Reggio Calabria, attacca «chi nella maggioranza, dopo appena un mese, ha preferito altre strade, forse perché gli è mancato qualcosa».

Scionti ha annunciato di aver programmato un comizio in piazza per domenica prossima, e quindi permangono parecchi quesiti soprattutto sulla parte del documento in cui i 9 congiurati scrivo che “il sindaco avrebbe insediato nel Municipio un ristretto gruppo di potere”. E se l’ex consigliere Prestileo dichiara la sua indisponibilità a rilasciare interviste, l’ex sindaco sulla misteriosa accusa afferma: «se gruppo di potere c’è stato, esso è stato ispirato solo dal valore del servizio».

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