giovedì,Aprile 25 2024

Carenza organici uffici giudiziari, allarme dei magistrati reggini

Venerdì al teatro Cilea iniziativa aperta alla cittadinanza per dare voce alla società civile, prima dell'inaugurazione dell'anno giudiziario

Carenza organici uffici giudiziari, allarme dei magistrati reggini

Grido d’allarme dei magistrati reggini sulla carenza strutturale dell’organico. I magistrati sono allo stremo delle forze, nonostante sforzi e sacrifici. Anche di questo si discuterà nel lungo pomeriggio di pre-inaugurazione dell’anno giudiziario, venerdì 31 gennaio, dalle 16.30, al teatro “Francesco Cilea” di Reggio Calabria. Prima il documento dei magistrati, alle 17.30 la proiezione del film “Aspromonte” e a seguire il dibattito con la cittadinanza.

Un evento quello del 31 gennaio che precede l’inaugurazione formale, sabato dalle 9, alla scuola allievi carabinieri di Modena, fortemente voluto da Luciano Gerardis, presidente della Corte d’appello di Reggio Calabria, che evidenzia «L’inaugurazione, il primo febbraio, sarà il momento formale, l’udienza solenne della corte d’appello, a cui sono invitate scuole e società civile, nel nostro palazzo non abbiamo un’aula sufficiente e non c’è nemmeno da un’altra parte un’aula che abbia le caratteristiche per essere confortevole a sufficienza, sicura e capiente (si resta in attesa di conoscere la sorte del palazzo di giustizia, nds)».

«Faremo la preinaugurazione il 31 gennaio alle 1730, al teatro Cilea, con la proiezione di “Aspromonte, la terra degli ultimi”, il film di Mimmo Calopresti, ingresso gratuito, in collaborazione con il circolo del cinema Charlie Chaplin. Di seguito un dibattito libero e aperto a tutti, con tre intellettuali reggini: Marcello Villari, giornalista reggino che vive a Roma, il professore Daniele Castrizio e Tonino Perna professore universitario e già presidente del Parco d’Aspromonte».

Gerardis ribadisce che, anche in questa occasione, l’obiettivo è «dare voce alla società civile che non può interloquire nella giornata di sabato, momento di rito solenne e formale, con le figure espresse dalla normativa. Un’opportunità di estendere a tutti – e poi aggiunge – ringrazio Mimmo Calopresti e Fulvio Lucisano che alla mia proposta si sono mostrati entusiasti, e sono stati parte diligente ed attiva del tutto, insieme all’amministrazione comunale che ci ha dato il teatro».

Conclude Gerardis: «Ancora una volta, l’inaugurazione è un momento di confronto e di dialogo con la città, vorremmo che tutti cittadini potessero dire la propria sui temi di giustizia e legalità».

Tocca poi ad Antonino Laganà, presidente dell’Associazione nazionale magistrati del distretto reggino evidenziare come «su sollecitazione del presidente Gerardis abbiamo accettato questo invito perché crediamo che la giornata deve essere un momento non solo di  confronto e di comunicazione alla cittadinanza».

Da qui il messaggio «Vogliamo dire ai cittadini che abbiamo un timore: nonostante i magistrati del nostro distretto lavorino fino allo spasimo, con sacrificio, umano e professionale, oltre ogni limite, la carenza strutturale dell’organico dei magistrati ci fa temere di non essere in grado di rispondere come vorremmo al bisogno di giustizia di questa terra».

E poi spiega «il documento che presenteremo non è di protesta contro qualcuno, perché lo Stato sa, riconosce la nostra situazione, ma ancora crediamo che istituzioni centrali e della magistratura possano fare di più per garantire effettivamente che l’organico dei magistrati reggini sia adeguato al bisogno strutturale di giustizia che c’è da noi. E in modo particolare per essere all’altezza di combattere con tutti gli strumenti e il rispetto della norma la criminalità organizzata».

Per Laganà «È un problema che avvince in modo strutturale il nostro distretto e che determina problemi insanabili anche per la giustizia civile, del lavoro, minorile perché i colleghi sono continuamente costretti a spostarsi per fronteggiare situazioni d’urgenza del penale e questa situazione per la prima volta, attesa la carenza cronica dell’organico, ci fa temere. E non vogliamo tradire il patto con la Costituzione. Esercitiamo la giustizia in nome del popolo italiano e questo popolo è innanzitutto la cittadinanza un documento che ribadisce ai cittadini ed ai magistrati degli altri distretti: aiutateci in questa lotta perché in questo momento pur in questo momento siamo in difficoltà».

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