venerdì,Marzo 29 2024

“Regalo di Natale”, tratto dal film di Pupi Avati, in scena la prima regionale

All'auditorium comunale di Polistena prosegue la rassegna de "Gli Amici della Musica Manfroce"

“Regalo di Natale”, tratto dal film di Pupi Avati, in scena la prima regionale

“Regalo di Natale”, tratto dal film di Pupi Avati, in scena a Polistena in prima regionale, nella rassegna de Gli Amici della Musica Manfroce. Cotugno: «Avati ha subito appoggiato il progetto, dandoci molta libertà. È rimasto molto soddisfatto del nostro lavoro».

Tutto pronto per la prima in Calabria della trasposizione teatrale, con adattamento di Sergio Pierattini e regia di Marcello Cotugno, del film di Pupi Avati del 1986, Regalo di Natale. A scartarlo sarà il pubblico dell’auditorium comunale di Polistena. Lo spettacolo, in programma per martedì 11 febbraio alle ore 21:15, rientra nella rassegna promossa dall’associazione Amici della Musica Nicola Antonio Manfroce di Palmi, presieduta da Antonio Gargano, e cofinanziata nell’ambito dall’avviso pubblico Eventi culturali 2018 della Regione Calabria, con il contributo del Mibact.

Un cast d’eccezione, composto da Gigio Alberti, Gennaro Di Biase, Giovanni Esposito, Fulvio Pepe e Valerio Santoro, trasporrà sulla scena il film scritto e diretto da Pupi Avati negli anni Ottanta, ancora profondamente attuale e al centro della vincente produzione de La Pirandelliana. Con le scene di Luigi Ferrigno, i costumi di Alessandro Lai e le luci di Pasquale Mari, lo spettacolo, già giunto alla terza stagione, sarà molto probabilmente al centro di una quarta programmazione. «Un successo decretato da un’equipe affiatata e composta da grandi professionisti», ha dichiarato il regista Marcello Cotugno.

Quattro amici di vecchia data si ritrovano per giocare una partita di poker. Al tavolo da gioco anche un ricco e ingenuo industriale, un presunto pollo da spennare e un potenziale perdente che invece si troverà di fronte a quattro uomini che, avendo giocato con il proprio destino, in un modo o nell’altro sono stati loro ad aver già perso.

«È un lavoro incentrato sulle relazioni umane, sul qui ed ora dipanato in scena, senza grandi effetti speciali ma giocando sull’empatia e sulla semplicità che fa da contraltare alla complessità delle relazioni tra i personaggi», ha commentato il regista Marcello Cotugno, grande appassionato del film di Avati e del gioco del poker, misuratosi con grande professionalità con la trasposizione teatrale di un’opera cinematografica di tale spessore.

«Rispetto al cinema, il teatro per sua natura si muove in una dimensione differente. Nel cinema – ha spiegato il regista – i primi piani rivelano la psicologia e ne cesellano le sfumature. Nel teatro, invece, la relazione si amplifica, il simbolo diventa importante al pari di un primissimo piano. Insomma, il teatro va vissuto sera per sera, con un pubblico presente e questo, in generale, lo rende unico. Io ho cercato di massimizzare e valorizzare questa unicità – ha sottolineato ancora il regista Marcello Cotugno –  cercando di dimenticare il film, anche se non è stato facile, avendolo visto almeno sei volte negli ultimi vent’anni.

Pupi Avati ha subito appoggiato il progetto, dandoci molta libertà. Dopo averlo visto a Roma assieme al fratello Antonio, è rimasto molto soddisfatto del risultato. L’adattamento è stato firmato da Sergio Pierattini – ha proseguito il regista Marcello Cotugno – con il quale abbiamo condiviso la scelte di ambientarlo nel nostro presente segnato da crisi economica e perdita di valori importanti come, nel caso del testo, quello dell’amicizia».

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