venerdì,Aprile 19 2024

A piazza Italia informazione e sensibilizzazione contro la violenza di genere

L’iniziativa della Polizia di Stato ha coinvolto le associazioni del territorio che operano per sostenere e salvare le donne

A piazza Italia informazione e sensibilizzazione contro la violenza di genere

A piazza Italia informazione e sensibilizzazione sulla violenza di genere. Sabato 15 febbraio, l’iniziativa della Polizia di Stato ha coinvolto le associazioni del territorio che operano per salvare le donne. Nella centralissima piazza, informazioni per educare e sensibilizzare, soprattutto i ragazzi e fare prevenzione su un fenomeno che non si riesce a scardinare a queste latitudini.

A illustrare la giornata Paola Grazia Valeriani, commissario capo della polizia di Stato, in servizio presso la divisione anticrimine della questura di Reggio Calabria «Oggi è un’attività che fa parte della campagna permanente contro la violenza di genere, il progetto è “Questo non è amore”, connessa alla giornata di San Valentino quindi la polizia di stato con le vittime della violenza di genere, nella giornata che rappresenta l’amore.

Siamo qui con le associazioni presenti sul territorio contro la violenza di genere. È presente anche l’avvocatura, con iniziative di gratuito patrocinio che spiegano alla cittadinanza quali sono gli strumenti di difesa per le vittime delle violenze di genere. Sono presenti anche i nostri istruttori di difesa personale che danno dimostrazioni di possibilità di tutela da eventuali aggressioni.

Il fenomeno non è in aumento, è contenuto». La polizia è presente su diversi fronti: «da un lato la prevenzione quindi sia attraverso l’ammonimento del questore che interviene in una fase preventiva, in casi meno gravi e che consente di dare un monito agli eventuali aggressori violenti. Poi ancora attraverso l’Ufficio prevenzione generale e servizio pubblico che interviene quando i fatti sono più gravi sulla chiamata al 113.

E poi c’è l’attività della squadra mobile che arriva in una fase successiva e quindi nell’ambito di un procedimento penale. Grazie agli strumenti di prevenzione il fenomeno è contenuto e c’è un maggior interesse e maggiore forza per gli strumenti che, in questo momento, stiamo mettendo in campo. C’è un aumento delle denunce – e infine  -alle donne chiediamo di denunciare direttamente alle forze dell’ordine, qualora non si sentono, di rivolgersi a dei centri antiviolenza dotati di personale specializzato che danno un supporto con l’accoglienza nelle case rifugio. E, attraverso loro fare, arrivare il messaggio perché la polizia interviene in assenza di denuncia ma sulla base anche di una segnalazione anonima».

«Abbiamo risposto alla sollecitazione della polizia di Stato per una giornata di sensibilizzazione sui temi della violenza di genere – aggiunge Titti Federico, Collettivo Udi di Reggio Calabria – abbiamo creato un punto informativo sull’attività normativa, dalla costituzione ai nostri giorni, che ha trattato la violenza di genere che, cinquant’anni fa era reato contro la morale, oggi  è un reato penale.

Per dare alle giovani generazioni la percezione che c’è stato un cammino faticoso portato avanti dal movimento delle donne che ha sensibilizzato le istituzioni. Oggi abbiamo un panorama legislativo sicuramente all’avanguardia ma abbiamo una realtà sociale che porta a livello di società con legislazioni meno avanzate della nostra (basti pensare agli eventi dell’ultima settimana passata).

Quindi c’è un gap da colmare: tra realtà normativa e realtà civile, un gap culturale nei rapporti di coppia. Il 99% sono violenze che si consumano nell’ambito familiare, tra conviventi, coniugi.  C’è una cultura patriarcale che rimane, lenta a morire, su cui ci vuole uno stimolo ed una presa di consapevolezza da parte dei ragazzi che dovranno creare una società di rapporti interpersonali diversi ed eliminarla la violenza insita nei momenti critici della coppia».

Francesca Mallamaci, assistente sociale, responsabile del centro antiviolenza e della casa rifugio “Angela Morabito” dell’associazione Piccola opera Papa Giovanni racconta del lavoro del centro «che opera dal 2012 in un servizio in stretta sinergia con la questura perché accogliamo donne il cui inserimento ci viene chiesto, sovente, dalla stessa polizia di Stato in situazioni di rischio in cui c’è necessità di dare sostegno, protezione e tutela alle donne che sporgono denuncia o che si rivolgono alle forze dell’ordine nella contingenza della violenza subita e hanno bisogno di una struttura che possa dare loro protezione».

Donatella Nucera, avvocato, vicepresidente della sede territoriale di “Cammino – Reggio Calabria”  spiega «Siamo un’associazione specializzata che si occupa di famiglia, minori e soggetti vulnerabili. Dalla nostra costituzione a Reggio, nel 2015, abbiamo fatto numerosi convegni, dalla convenzione di Istanbul, alla convenzione di Lanzarote e nel 2017 abbiamo fatto un convegno sulla violenza di genere insieme alla Camera penale e lavoriamo coi ragazzi delle scuole per la prevenzione del fenomeno».

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