venerdì,Aprile 19 2024

Siderno, la sfida di Francesco per far vincere le periferie

La storia del giovane imprenditore che ha deciso di restare della Locride per impegnarsi nella progettazione sociale

Siderno, la sfida di Francesco per far vincere le periferie

di Elena Gratteri – Oggi raccontiamo la storia di un giovane trentaduenne di Siderno, Francesco Gentile, uno di quei giovani di cui la Calabria ed, in particolare, la Locride ha bisogno; lui che, non solo per merito delle competenze acquisite con lo studio, ma, soprattutto, grazie al suo temperamento da leader, alla sua passione per la gente, alla sua voglia di programmare il futuro in uno dei luoghi più a sud del mondo, rappresenta, per questo territorio, una speranza!

Siderno è il suo paese. Qui ha vissuto e studiato, finché nel 2007 non si è spostato al di là dello Stretto, per intraprendere la facoltà di Scienze politiche, per poi trasferirsi, nuovamente, a Roma, compleare gli studi universitari con la laurea specialistica. Le sue doti emergono sin da giovanissimo, quando a 17 diventava responsabile provinciale della Federazione dei Giovani Socialisti, a 18 anni veniva eletto sindaco dei giovani della Locride, poi a Messina, quando era ancora una matricola, riusciva ad essere eletto nel Consiglio di facoltà  con l’associazione A. C. U. I.. Francesco ha la politica nel DNA, ha sempre sognato in grande nella sua vita e ce l’ha sempre fatta, nonostante gli altri lo scoraggiassero: «nella mia vita è andata sempre così, gli altri mi dicevano che non ce l’avrei fatta ma, puntualmente, sono stati sempre gli altri a non farcela!».

Il sogno di Francesco, sin da bambino, era quello di aiutare la Locride a crescere. Oggi Francesco è un giovane uomo, si è sposato ed ha deciso di tornare a Siderno e di far crescere lì la sua famiglia, con la stessa passione che si prova per la propria amata, con la quale si desidera condividere la propria vita, così Francesco, innamorato di Siderno, ha deciso di legarsi alla sua terra. Il legame che Francesco ha creato con Siderno è come quello che un contadino ha con la terra che coltiva; Francesco vuole mettere a buon frutto le sue competenze a Siderno, lì, dove la politica ha per molto tempo tradito le aspettative dei cittadini, per cambiare in meglio il suo paese ed offrire una speranza all’intera Locride.

I semi che Francesco getta nel terreno sidernese, all’apparenza arido, sono i progetti sociali. Francesco con i suoi progetti sociali, scritti ad hoc per la sua Donisi, una della zone periferiche di Siderno, partecipa ai bandi e con perseveranza e dedizione scrive progetto su progetto, fino a che non vince e finora è riuscito a portare alla sua comunità 18.500 euro da spendere sulle politiche sociali e giovanili. “Le vie dell’arte e dell’integrazione”, “Camminiamo insieme verso il futuro”, “Coltiviamo talenti” sono i titoli dei progetti ideati da Francesco per arricchire la sua comunità.

Raccontare come Francesco abbia deciso di impegnarsi nella progettazione sociale per il suo paese, non lo si può fare bene, se non con le sue stesse parole. «Non ricordo, esattamente, la data ma ancora ricordo  quel giorno, di prima  mattina vado a fare un giro con un mio amico in una delle zone più periferiche di Siderno, precisamente in contrada Ferraro, dove ricordavo esserci un asilo comunale in disuso da anni. Già da quello si poteva partire per fare un centro d’aggregazione giovanile, l’asilo ancora era là ma il tempo era passato anche per lui, si presentava ricoperto di sterpaglie, scatto 4 foto e mi prendo alcuni appunti, saluto il mio amico, non prima di aver dovuto  accettare il tipico aperitivo calabro e mi reco a pranzo da mia madre. Percorro il tragitto in macchina, costretto a fare lo slalom, per evitare con la macchina le stesse buche che anni prima, da adolescente, evitavo con la bicicletta, buche che, puntualmente, in campagna elettorale la “buona politica sidernese” promette di tappare, battendosi il petto per gettare il cappello ed arrendersi con gran dignità una volta finito il periodo elettorale.  Passo da contrada Mirto, lì 10 anni prima era stata finanziata una piazza, che ancora non era nemmeno un cantiere aperto ed uno stadio comunale, ancora non completato, dopo anni ed anni. Mi fermo un minuto a guardarlo, quasi mi viene da piangere, ma il viaggio ancora  non era finito, devo passare per Donisi, altra  piazza finanziata dalla Regione Calabria 10 anni prima, altro cantiere aperto, finalmente sto per arrivare a casa ma a duecento metri dalla meta,  in un’altra piazza abbandonata, vedo mio padre con alcuni suoi amici tutti sudati a lavorare, accosto mi fermo e saluto, domando cosa stessero facendo, mi rispondono che erano riusciti a farsi concedere dal comune di Siderno la Piazza dell’Emigrante, in cambio l’avrebbero dovuta tenere pulite a loro spese. Rimango con loro ancora qualche minuto, ci confrontiamo, capisco che c’era da lavorare tantissimo e che dovevamo reperire dei fondi per le politiche sociali e giovanili».

«Alla fine riesco ad arrivare a casa, apro la finestra della mia stanza e per 10 minuti buoni ammiro la costa Jonica, da casa dei miei si vede tutta, dal castello di Roccella a Locri. In quel momento decido che avrei impegnato tutto me stesso e le mie conoscenze per aiutare la mia Locride! Dopo pranzo, nel bar della contrada, incrocio il Parroco, con cui inizio a dialogare, mi da tanti spunti, mi chiede se sarei rimasto a lavorare da  noi, rispondo di sì. C’erano tante cose da fare, in particolare per le fasce sociali più vulnerabili».

«Nel tardo pomeriggio vado ad Africo, il paese di mia moglie, avendo qualche ora libera scendo con la macchina alla scogliera, di getto prendo il block notes e la penna, scalo tutta la scogliera e sedendomi sul cucuzzolo più alto, sistemo gli appunti della mattinata, schematizzo, ragiono, mi confronto con me stesso, alla fine abbozzo un progetto, partendo dai problemi che avevo visto. Lo schema era semplice e realizzabile: l’asilo di Ferraro sarebbe dovuto divenire un centro d’aggregazione giovanile ed i ragazzi della contrada avrebbero dovuto (come hanno fatto) costituire un’associazione culturale per richiederlo al comune, la piazza dell’emigrante doveva essere ripulita ed abbellita, per realizzarci delle iniziative sociali, i locali della parrocchia dovevano essere forniti per  poter ospitare dei laboratori artistici e di recitazione».

«Dovevamo recuperare i fondi per acquistare tutto il materiale necessario per le iniziative da svolgere, dai colori alle casse per la musica, passando per gli alberi da utilizzare per le aree verdi, mancava tutto ma ero convinto che, impegnandoci, avremmo trovato la strada. Da quel momento è ripartito anche il mio di percorso. Anche perché adesso avevo in mano tutto quello che mi serviva per iniziare a realizzare il sogno di un ragazzino pieno di entusiasmo, che già 15 anni prima voleva risolvere i problemi della sua terra. Così forte delle nozioni teoriche e del tanto materiale reperito, ho potuto riprendere un cammino interrotto anni prima, quando per motivi di studio mi allontanai da Siderno: è stato come se le criticità che avevo notato 15 anni prima mi avessero aspettato».

E’ stata un’attesa lunga, nel totale immobilismo, quello in cui versano anche molti altri paesi della Locride, che, se cambiano, lo fanno sempre per regredire. Dunque, qui a Siderno, a Donisi, nella sua periferia, c’era bisogno che Francesco piantasse dei semi di speranza. A Francesco non basta quello che sta facendo, non è soddisfatto, né appagato, «perché, nonostante i risultati ottenuti negli ultimi mesi, il lavoro da fare è enorme per colmare il gap strutturale che negli ultimi 10 anni ha rilegato la Calabria ultima in Italia, la Locride ultima in Calabria e ovviamente le zone periferiche, come quella in cui vivo, ultime nella Locride».

Francesco continuerà il suo lavoro, i suoi prossimi passi verso il futuro saranno, non solo completare i progetti sociali già avviati, ma anche far partire degli altri, fino ad arrivare «a preparare l’assalto al bando europeo “Europa per i cittadini”, per portare l’Europa nella Locride e la Locride in Europa, perché, da convinto meridionalista ed europeista, penso che, in Europa la Locride possa trovare molte delle risposte che da anni invano cerca in Italia».

Articoli correlati

top