giovedì,Marzo 28 2024

Nessun calabrese nella segreteria Pd, ma Puccio esulta per le quote rosa

Il commissario provinciale del partito e responsabile organizzativo regionale evita di commentare la clamorosa esclusione della Calabria da parte delle scelte di Nicola Zingaretti

Nessun calabrese nella segreteria Pd, ma Puccio esulta per le quote rosa

Il responsabile organizzativo del Pd e commissario provinciale del partito Giovanni Puccio esulta per la presenza delle donne nel Pd. Sicuramente un segnale importante che va sottolineato. Incredibilmente, però, Puccio evita di commentare la circostanza per cui nessun calabrese è presente nella direzione nazionale, così come nessun componente del partito calabrese è stato inserito fra i ministri o i sottosegretari.

«Per la prima volta la presidenza del Partito Democratico è composta da donne,  amministratrici e deputate. Si tratta di un bel segnale che vuole marcare con determinazione la strada del rinnovamento, del merito e della concreta parità di genere anche nel Gruppo dirigente nazionale in linea con l’impostazione politica generale voluta del segretario Nicola Zingaretti – scrive Puccio – Di particolare significato è la nomina a presidente del Pd di Valentina Cuppi, sindaca di Marzabotto, località tristemente conosciuta per essere stata palcoscenico di una delle più efferate stragi nazi-fasciste della seconda guerra mondiale».

Secondo il commissario Pd «Con l’elezione di Valentina Cuppi e della nuova presidenza il Pd invia messaggi chiari e forti di una comunità di donne e uomini che si apre alla società civile, alle forze civiche e progressiste ma che resta fermamente ancorata a principi di libera partecipazione democratica in netta contrapposizione alle forze sovraniste e neo-fasciste che vorrebbero riportare indietro le lancette della storia».

Per la serie: il partito nazionale fa bene ad ignorare la Calabria che non è evidentemente in grado di esprimere ministri, sottosegretari e membri della direzione nazionale. E merita di rimanere commissariata a livello regionale e reggino non avendo evidentemente i mezzi e l’autonomia per potere celebrare neanche i congressi.

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