giovedì,Aprile 25 2024

Arghillà riparte dalla seconda edizione della marcia mondiale per la pace

Più di 70 associazioni del territorio aderiscono all’appello di Legambiente per ridare dignità ad un quartiere bistratatto

Arghillà riparte dalla seconda edizione della marcia mondiale per la pace

La seconda edizione della marcia mondiale per la pace e la non violenza anima Arghillà, il quartiere alla periferia Nord di Reggio Calabria. È una periferia bistrattata, calpestata quella che però può ribaltare il punto di vista ed rappresentare una nuova partenza per la rinascita della città dello stretto. 

E, per questo, la marcia è un’opportunità alla quale hanno aderito oltre 70 associazioni ambientaliste, sociali, culturali, dopo l’appello lanciato dalla sezione reggina di Legambiente un anno fa.

Fa tappa a Reggio la marcia, dopo aver attraversato i cinque continenti e la penisola italiana da nord a sud, per concludersi a Madrid, il prossimo 8 marzo. Un’iniziativa internazionale dedicata alla pace, al disarmo nucleare, ai diritti umani e all’ambiente, promossa dall’Associazione Mondo senza guerre e senza violenza.

Così le strade con le discariche ai lati si tingono dei colori dei partecipanti, di chi ad Arghillà è baluardo di resistenza, di chi si è stancato delle parole e che ha voglia di fare, di chi il territorio lo conosce bene perché quotidianamente opera per il cambiamento.

È fortemente simbolica la scelta di Arghillà: un luogo di scempio urbano e abbandono sociale a cui ridare dignità. “Pace disturbata”, s’intitola l’evento, in considerazione del fatto che la violenza può assumere anche le forme dell’incuria, dell’abbandono, e della negazione dei diritti sociali. Come chiarisce Nuccio Barillà, rappresentante del direttivo di Legambiente: «Arghillà è un quartiere simbolo di contraddizioni: un balcone sullo stretto meraviglioso, una storia importante potenzialità enormi dal punto di vista paesaggistico e invece si ritrova come tante periferie d’Italia, da Palermo a Scampia, una miscela esplosiva di degrado urbano. Noi qui diciamo che non ci può essere pace se non c’è giustizia sociale, giustizia sociale che si lega alla giustizia ambientale.

Tante associazioni hanno aperto un cantiere sociale ad Arghillà, questo che è un posto deve diventare un luogo, bisogna dare risposte ai diritti negati della popolazione. Col nostro lavoro qui da Arghillà parliamo alle periferie di tutto il mondo». Una marcia suddivisa a “tratti” che dopo la santa messa ha preso il via dalla palestra, nata anni fa e adesso completamente distrutta, per poi arrivare fino a Modenelle. «Il tratto copre una distanza – aggiunge Barillà –  simbolo del percorrere una distanza tutti insieme, ma è il segno che si mette su un foglio o il segno identitario da dare sul territorio ed in ultimo il tratto delinea un viso o di una realtà urbana».

Per Carmelo Idone, attivista del comitato di quartiere: «Essere tappa ci fa essere protagonisti perchè ce lo meritiamo, purtroppo non siamo noti per cose positive, e quando succede qualcosa di bello lo vogliamo enfatizzare al massimo, perché Arghillà non è solo quello che si dice, ma è impegno e cittadinanza attiva».

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