giovedì,Aprile 25 2024

Coronavirus e blocco trasporti sullo Stretto, Siulp: «Non si tiene conto dei pendolari delle forze dell’ordine»

Per il segretario generale provinciale, Giuseppe De Stefano gli orari delle corse programmate dalle compagnie di navigazione non permettono di coprire tutti i quadranti previsti dai turni di servizio h24 del personale

Coronavirus e blocco trasporti sullo Stretto, Siulp: «Non si tiene conto dei pendolari delle forze dell’ordine»

Coronavirus e blocco trasporti sullo Stretto, Siulp: «Non si tiene conto dei pendolari delle forze dell’ordine». La segreteria provinciale del Siulp di Reggio Calabria esprime forte perplessità e notevole preoccupazione in merito all’ordinanza emanata nella giornata di ieri dal Presidente della Regione Sicilia per prevenire e gestire l’emergenza epidemiologica del Coronavirus nell’isola.

«In particolare – chiarisce Giuseppe De Stefano, segretario generale provinciale Siulp – ciò che più colpisce di tale decisione, certamente adeguata alla gravità del momento, sono però, oltre al recepimento dei vari DCPM che si sono susseguiti e dell’Ordinanza del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, le misure restrittive introdotte sul territorio regionale in materia di trasporti pubblici.

Il governatore non ha evidentemente tenuto conto dei numerosi pendolari appartenenti soprattutto alle Forze dell’Ordine, alle Forze Armate, alla Magistratura ed al personale sanitario in servizio nelle città di Messina e Reggio Calabria.

Le restrizioni imposte, infatti, hanno di fatto comportato un importante ridimensionamento delle corse destinate al collegamento dello Stretto, applicato dalla compagnia privata “Caronte&Tourist” e da “Blu Jet”, del Gruppo Ferrovie dello Stato che peraltro ha anche sospeso il collegamento veloce tra le due sponde.


Gli orari delle corse programmate dalle due compagnie di navigazione non permettono infatti di coprire tutti i quadranti previsti dai turni di servizio h24 del personale citato, con tutti i disagi e le difficoltà che si ripercuoterebbero inevitabilmente sullo svolgimento dell’attività quotidiana, mai come in questo momento di così vitale importanza per garantire i servizi minimi essenziali per la sanità, l’ordine pubblico e la giustizia.

La stretta, necessaria per contenere il contagio, paradossalmente però influisce sull’ordinario e sullo straordinario svolgimento delle funzioni delle categorie di lavoratori in questo particolare momento maggiormente esposti.

Ci chiediamo, pur nel rispetto delle ordinanze a tutela della salute pubblica, come è possibile far conciliare la possibilità di svolgere un servizio di ordine e sicurezza pubblica, riferito in particolare al personale delle Forze dell’Ordine, ma vale anche per tutte le altre categorie coinvolte, senza consentire un facile e funzionale trasporto tra le due sponde dello Stretto.

Se da una parte lo stesso Presidente Musumeci invocava, nei giorni scorsi, maggiori e più stringenti controlli da parte delle Forze dell’Ordine nei presidi predisposti, dall’altra le misure adottate dallo stesso impediscono di fatto o, comunque, creano palesi disagi nel trasporto per il raggiungimento del posto di lavoro.

Peraltro per degli operatori già impegnati oltre misura nello svolgimento delle loro funzioni, e ci riferiamo anche a quello sanitario, non si può immaginare di costringerli a dover partire con diverse ore di anticipo per coprire i turni di servizio oltre che riteniamo che la riduzione delle corse, rimanendo costante, se non addirittura aumentato, il numero dei pendolari che usufruiscono dei collegamenti creerebbe maggiore affollamento di passeggeri, proprio ciò che si sta cercando di evitare accuratamente.

Ed ancora, in riferimento ai limiti numerici dei passeggeri imposti dalle compagnie di navigazione per consentire il rispetto delle norme di sicurezza, unite al ridimensionamento delle corse non farebbe altro che aumentare le difficoltà per tutti, anche perché diventerebbe veramente complicato stabilire chi tra i pendolari avrebbe “diritto” ad essere imbarcato in maniera prioritaria e chi invece rimarrebbe fuori dai numeri consentiti, che non sarebbe poi in grado di giungere sul posto di lavoro in tempo utile.

Insomma un bel “pasticcio alla siciliana” – chiude De Stefano – giusto per sdrammatizzare se non fosse così grave la problematica che ha già prodotto i primi “danni” nella giornata di oggi quando numerosi medici, infermieri, magistrati e personale delle Forze dell’Ordine non hanno trovato posto sull’unico traghetto disponibile, così come denunciato dal Sindaco della città di Messina».

Articoli correlati

top