venerdì,Marzo 29 2024

Coronavirus, secco no dei sindaci della Locride alla conversione dell’ospedale

Ieri pomeriggio riunione straordinaria dei primi cittadini. Calabrese: «Locri centro Covid? Idea demenziale»

Coronavirus, secco no dei sindaci della Locride alla conversione dell’ospedale

Netta contrarietà all’ipotesi, anticipata da Il Reggino, di trasformare l’ospedale di Locri in centro Covid19. Lo hanno ribadito anche oggi i sindaci della Locride, riuniti d’urgenza insieme ad alcuni medici del nosocomio di contrada Verga e ai due consiglieri regionali Giacomo Crinò e Raffaele Sainato. La volontà dei sindaci era quella di confrontarsi con i medici per avere una relazione qualificata dello stato dell’ospedale e di un eventuale gestione di un nuovo reparto che si occupi del Coronavirus.

«E’ sicuramente sbagliato il progetto che qualcuno sta tentando di far passare tra Asp e Regione Calabria di un reparto di Covid-19 all’interno della struttura ospedaliera di Locri» si legge in una nota del comitato. La proposta, ribadita dai sindaci e condivisa anche dai medici, è che la Locride si doti in altro luogo (ad esempio l’ex ospedale di Siderno, ma anche una nave attrezzata, per come proposto dal sindaco Femia) di una struttura, anche modulare, che possa offrire l’adeguata assistenza alle diverse tipologie di pazienti.

Per il sindaco di Locri Giovanni Calabrese si tratta di «Un’idea demenziale che porterebbe in pochissimo tempo il popolo della Locride ad essere privato di assistenza ospedaliera per le varie patologie ed esporrebbe a seri rischi l’intero territorio considerata la superficialità di chi oggi sta gestendo la sanità in Calabria e nella nostra provincia. Tutto ciò è assolutamente indegno nei confronti di un territorio quotidianamente bistrattato. Si avvisa il raffinato suggeritore – prosegue il primo cittadino – di questa malsana determinazione ed eventuali ipotetici esecutori che non sarà consentito a nessuno perpetrare ulteriori danni alla Locride approfittando della grave situazione in cui versa l’Italia. Se qualcuno pensa che la mia sia una dichiarazione di guerra fa bene a pensarlo, perché lo è. Non lo permetteremo».

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