venerdì,Aprile 19 2024

Coronavirus in Calabria, Cotticelli: «Niente dispositivi per proteggere il personale del 118»

Il commissario conferma le preoccupazioni di Azzarà e puntualizza: «Non sono andato via». Il vice ministro Sileri annuncia indagine sui commissari Asp: «Chi ha sbagliato pagherà»

Coronavirus in Calabria, Cotticelli: «Niente dispositivi per proteggere il personale del 118»

«Sono d’accordo: non abbiamo avuto i materiali necessari per procedere alla protezione del personale che merita tutto il nostro rispetto e la nostra ammirazione». Così il commissario Saverio Cotticelli ammette, in diretta tv all’Arena di Massimo Giletti, qualcosa che i sindacati denunciano da tempo: la mancanza di dispositivi di protezione personale per gli operatori del 118 in Calabria. E lo fa su sollecitazione del sindacalista Uil, Nuccio Azzarà, che torna da Giletti a distanza di una settimana e prosegue nella sua forte denuncia: «Abbiamo perso una settimana di vantaggio», tuona Azzarà. «Abbiamo 200 lavoratori che è la task force sul territorio del 118 che rischia di paralizzarsi completamente. 200 operatori a cui non è stato fatto alcun tipo di tampone e che sta andando avanti con le “mascherine di nonna Giovanna». Parole che trovano la conferma da parte di Cotticelli.

Cotticelli: «Errore in ordinanza Prociv»

Il generale, però, tiene a puntualizzare alcuni aspetti: «Lei non ha visto Dca da parte mia perché non potevano esserci. L’ordinanza di protezione civile per fronteggiare l’emergenza Covid contiene un errore di base perché sono stati individuati come soggetti attuatori per l’emergenza i presidenti delle giunte regionali. Quindi il commissario ad acta della Calabria e del Molisce sono fuori».

«Io – prosegue – non mi sono mai tirato indietro, sono sempre stato al fianco della presidente Santelli. Io e la sub commissaria, dottoressa Crocco. Ogni provvedimento fatto dalla presidente è da me controfirmato e condiviso». Poi l’affondo sull’accusa di essere andato via: «Lei mi accusa di codardia e, da generale dei carabinieri, non glielo posso consentire. Io non mi sono mai allontanato né sottratto alle mie responsabilità, ci ho messo la faccia, ce la continuo a mettere perché il primo messaggio che ho lanciato è stato quello della legalità in un sistema sanitario saccheggiato».

La replica di Azzarà

Il sindacalista, però, non ci sta e ribatte: «Noi non siamo stati ancora ricevuti nonostante le denunce che hanno portato allo scioglimento dell’Asp di Reggio Calabria. Io sono un sindacalista e non possono parlare un linguaggio politicamente corretto, ma quello della gente che sa che in condizioni normali già non abbiamo i livelli minimi di assistenza e sappiamo cosa potrà succedere se arriva l’onda d’urto dell’emergenza».

Alla ricerca dei commissari. Sileri: «Chi ha sbagliato pagherà»

Successivamente l’inviato di “Non è l’Arena” si è messo sulle tracce dei tre commissari dell’Asp di Reggio Calabria che Azzarà aveva dichiarato essere fuori città. Il commissario Giovanni Meloni è stato rintracciato nella città dello Stretto, arrivato da poco dalla Sardegna e si è limitato ad una breve affermazione: «Le informazioni saranno fornite dall’amministrazione». Giletti ha quindi letto una nota della commissione straordinaria in cui si parla di un’assenza di cinque giorni e non di quindici. Il vice ministro della Sanità, Paolo Sileri, presente in trasmissione, ha quindi preso l’impegno di andare a Reggio Calabria a controllare la situazione: «Chi ha sbagliato pagherà, vedremo caso per caso. Un’indagine stabilirà le responsabilità».  

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