sabato,Aprile 20 2024

Mascherine elettorali. L’inaccettabile balletto della politica reggina

Scontro politico strumentale sulla distribuzione dei dispositivi, mentre a palazzo San Giorgio neanche la maggioranza conosce decisioni e azioni del sindaco

Mascherine elettorali. L’inaccettabile balletto della politica reggina

Mascherine elettorali. Per fortuna il Coronavirus ha fin qui risparmiato, o quasi, Reggio Calabria. Il contagio continua ad essere sotto controllo, le strutture sanitarie reggono e c’è da augurarsi che continui così anche nel prossimo futuro.

Quello che invece si spera possa concludersi presto è il triste balletto elettorale in atto sull’emergenza. Ad accendere la miccia il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà che, praticamente dall’inizio della diffusione del contagio e ispirandosi al modello deluchiano, sta inondando facebook di dirette, messaggi e slogan che spesso nulla hanno a che fare con l’emergenza e dei quali, comunque, non ci sarebbe bisogno della diffusione capillare via web, tv, facebook e ogni altra piattaforma in utilizzo.

Circostanza che ha provocato le dure prese di posizioni degli avversari politici, da ultimo Angela Marcianò e Saverio Pazzano, ma anche dell’intero centrodestra che ha “bollato” come mera propaganda i video che immortalano il sindaco che regala mascherine ai cittadini.

Lo scontro politico su questioni di questa gravità e che riguardano la salute dei cittadini è davvero spettacolo penoso e strumentale. Con le elezioni lontane poi, considerato che l’appuntamento con le urne è fissato per il prossimo autunno, non se ne ravvede davvero la necessità. Unirsi in uno sforzo comune e senza strumentalizzazione dovrebbe venire quasi naturale ad una classe dirigente che, evidentemente, considera cessato l’allarme e si prepara alla campagna elettorale con lunghi mesi di anticipo.

Ma la questione principale, forse, attiene a un altro profilo che è quello della comunicazione e della trasparenza. Anche sui dati del contagio i reggini sono stati costretti a fare i conti con il balletto dei dati tra Gom, Asp e Regione. Con una gustosa polemica tra il sindaco e la governatrice Jole Santelli che ha fatto il paio con quella per la fornitura delle mascherine promesse e non arrivate, secondo il primo cittadino.

Ed allora una domanda da recapitare a palazzo San Giorgio sorge spontanea, direbbe qualcuno. Se l’Amministrazione Falcomatà chiede trasparenza alla Regione nella diffusione dei dati e nei meccanismi di distribuzione delle mascherine e se viene ritenuto di fondamentale importanza immortalare ogni singola azione del primo cittadino, anche dentro la propria abitazione, per garantire un filo diretto con la cittadinanza, allora perché non fare lo stesso con informazioni ugualmente importanti?

La prima fra tutte: le mascherine che il sindaco sta distribuendo porta a porta quante sono? Da chi sono state comprate? Per poi proseguire: I 35mila euro dei buoni pasto dei dipendenti provinciali stornati per l’emergenza Coronavirus come sono stati spesi? Sono stati distribuiti ai Comuni? Ci sono state donazioni utilizzate per l’acquisto dei dispositivi di sicurezza?

Le domande, peraltro, non provengono esclusivamente dai cittadini, dalla stampa o dagli avversari politici, ma dagli stessi azionisti di maggioranza del sindaco. Nessuno riesce ad avere alcuna informazione, né viene coinvolto nei meccanismi di decisione. Sul tavolo del primo cittadino era arrivata la proposta di coinvolgere i servizi sociali per ottenere dei criteri oggettivi nella distribuzione delle mascherine. Anche in questo caso non è arrivata nessuna risposta. Insomma la trasparenza funziona solo fuori da palazzo San Giorgio dove il primo cittadino si è trincerato decidendo di gestire in splendida solitudine la situazione e con regole del tutto particolari.

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