sabato,Aprile 20 2024

Locri, il Comitato DifendiAmo l’ospedale denuncia: «Situazione sempre più critica»

Filippone e Curia: «Pensiamo che sia arrivato il momento che la Terna Commissariale dia risposte a bisogni di salute che riguardano tutti noi cittadini»

«È proprio difficile sperare di curarsi nel nostro territorio. Tra servizi fatiscenti, carenza cronica di personale, attrezzature mancanti o obsolete e continue disfunzioni organizzative, i cittadini della Locride vedono, ogni giorno che passa, negato sempre di più il loro diritto alla salute ed all’assistenza sanitaria». Così in una nota Bruna Filippone, presidente Comitato “Difendiamo l’ospedale” e Rubens Curia, portavoce “Comunità Competente”.

Ogni anno, come calabresi, siamo costretti a pagare 105 milioni in più di IRPEF ed IRAP ed i servizi del nostro sistema sanitario continuano ad essere fatiscenti. Pazienti e famiglie sono costretti a spostarsi o a pagare di tasca propria, come dimostra l’aumento della spesa a carico dei cittadini, con oltre il 30 % in più rispetto agli anni precedenti, solo per poter avere una visita specialistica. Malati che, giunti all’Ospedale di Locri, anche in condizioni critiche, devono essere trasferiti presso l’Ospedale di Polistena o altre strutture per poter avere una prestazione diagnostica.

Non sappiamo se queste criticità, più volte denunciate, per molte delle quali basterebbe avere maggiore attenzione, dipendano da inerzia, inettitudine o, peggio ancora, da una precisa volontà di un progressivo depotenziamento della struttura ospedaliera che, nelle condizioni in cui viene lasciata, non è in grado , in molti settori, di dare adeguate risposte ad un territorio così vasto e popoloso.

Tra queste criticità, sono numerose le segnalazioni dei cittadini che lamentano l’impossibilità ad eseguire esami specialistici presso la struttura di Gastroenterologia dell’ospedale di Locri. Nei primi di maggio, dopo la paventata chiusura della struttura per la mancanza di attrezzature, è stata data notizia che il problema era risolto. A distanza di poco più di un mese, il mancato acquisto delle attrezzature necessarie, richieste e promesse da tempo, riporta la situazione al punto di partenza.

Da parecchi giorni, infatti, non possono essere eseguiti presso l’ Ospedale “spoke” di Locri (solo sulla carta) esami gastroenterologici di base, come la colonscopia, per problematiche tecniche inerenti le attrezzature in dotazione. Stiamo parlando di strumentazione indispensabile, il cui costo non è poi neanche così rilevante, senza della quale non è possibile fare una diagnosi. I pazienti devono, pertanto, essere trasferiti presso l’ ospedale di Polistena o di Melito per eseguire detti accertamenti. Una situazione inaccettabile ed umiliante anche per gli stessi professionisti che operano nella struttura e per l’incremento dei costi.

Come si fa a dire che è difficile reperire personale che voglia venire a lavorare a Locri, quando , poi, una volta reclutato, non si fa nulla per favorire l’efficienza operativa della struttura? Possono dei professionisti seri pensare di lavorare in un Ospedale dove manca l’attrezzatura minima indispensabile per la diagnosi e la terapia? Per non parlare, poi, del mancato avvio dello screening del tumore del colon-retto nella nostra Azienda, che in Calabria produce oltre 557 decessi annui essendo la più frequente neoplasia tra la popolazione, rientrante nei LEA sin dal lontano 2001 per la quale sono stati erogati, da oltre 10 anni !! alla Azienda Sanitaria specifici fondi. Ma, purtroppo, parlare di prevenzione, nell’ ASP di Reggio Calabria, è una pura e semplice utopia.

Pensiamo che sia arrivato il momento che la Terna Commissariale dia risposte a bisogni di salute che riguardano tutti noi cittadini , non è possibile non garantire un esame diagnostico quale la colonscopia che salva la vita. Le problematiche che hanno portato all’inefficienza del sistema sono state abbondantemente analizzate e discusse. Certamente i problemi sono numerosi e complessi, molti anche di vecchia data, ma sulla questione del personale mancante o delle attrezzature necessarie, occorre avere il coraggio di pretendere, da subito, che si intervenga con rapidità ed incisività. Al momento, continuiamo ad avvertire sempre di più solo il peso delle cose non fatte e delle promesse non mantenute».

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