Sport, Giusy Versace: «Va inserito nella Costituzione come diritto primario»
La deputata reggina: «L'introduzione nella Carta può portare ad una svolta culturale importante e necessaria»
Prosegue il percorso di inserimento dello sport nella Costituzione Italiana. Dopo il primo favorevole passaggio in Senato, il 15 giugno sì è votato anche alla Camera a favore della modifica dell’articolo 33 della Carta Costituzionale, introducendo il seguente comma: «La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme».
L’iter prevede adesso ancora due passaggi parlamentari prima della concreta attuazione.
Felice di questo importante momento storico anche l’atleta paralimpica e oggi deputata della Repubblica Italiana Giusy Versace intervenuta oggi in Aula durante la dichiarazione di voto.
«Finalmente dopo 74 anni dall’entrata in vigore della nostra Costituzione abbiamo oggi l’occasione di garantire davvero il riconoscimento della pratica sportiva come diritto individuale al pari dell’istruzione e della salute. Un passaggio che può rappresentare anche una grande opportunità per le persone con disabilità».
L’impegno della deputata in questa direzione era già emerso nell’aprile del 2021 quando presentò una proposta di legge costituzionale, per inserire il diritto alla pratica sportiva con un comma aggiuntivo all’interno dell’articolo 32 della Costituzione (Diritto alla salute) e non all’interno dell’articolo 33 “Promozione dell’Arte e Tutela dell’Istruzione”, come oggi viene proposto.
Versace ha argomentato questa sua proposta, puntando i riflettori sulla promozione del benessere psicofisico della pratica sportiva sulle persone con disabilità, ripercorrendo la genesi dello sport paralimpico e dei suoi padri fondatori, ovvero Sir Ludwig Guttmann in Gran Bretagna e il dottor Antonio Maglio in Italia, che per primi intuirono come lo sport potesse essere fonte di beneficio psicofisico per le persone con disabilità e introdussero negli ospedali la pratica sportiva come una vera e propria terapia.
«Oggi, l’inserimento del diritto allo sport trova una collocazione diversa rispetto a quella da me presentata – precisa – ma è comunque un traguardo importantissimo di cui tutto il Parlamento deve andare fiero, che può portare ad una svolta culturale importante e necessaria. Del resto, quanto fosse importante il riconoscimento del diritto allo sport lo abbiamo compreso davvero tutti durante la pandemia dovuta al COVID-19. Da un lato il mondo dello sport, importantissimo comparto anche economico, ha sofferto molto delle necessarie restrizioni, ma, al contempo, è stato sempre consentito, seppur limitatamente, l’esercizio del diritto allo sport e lo svolgimento di attività motoria all’aperto. Questa circostanza ci ha reso più consapevoli della necessità di tutelare e garantire questo diritto per la salute e il benessere di ciascuno, consentendo nel giro di pochi mesi l’approvazione in prima lettura sia al Senato che alla Camera».
La deputata reggina si è soffermata anche sul valore educativo e sociale dello sport soprattutto tra le persone con disabilità: «Per molti lo sport rappresenta anche la scusa per uscire di casa, confrontarsi con gli altri, alzare l’asticella e sentirsi parte del mondo e non un mondo a parte– e poi, parafransando Nelson Mandela, ha evocato l’universale potere dello sport per cambiare il mondo, per poi concludere: – Adesso, l’auspicio ampiamente condiviso è che, con gli ultimi due passaggi parlamentari necessari, si possa entro questa legislatura concludere l’iter e far vedere la luce a questa importante riforma».