Comune, costituita la consulta per le politiche sociali ed il lavoro
Uno strumento di partecipazione popolare formato dai rappresentanti della associazioni che sopravvivrà a fine consiliatura
È stata costituita oggi pomeriggio al Comune di Reggio Calabria la consulta per le politiche sociali ed il lavoro. Si tratta dell’ultima delle cinque consulte previste dallo statuto comunale: una forma di istituti di partecipazione previsti dallo statuto comunale inattuate da decenni. «Reggio non ha mai avuto delle consulte e questa è la quinta: si tratta di organismi costituiti afferenti alle commissioni consiliari – chiarisce l’assessore al bilancio ed alla valorizzazione del patrimonio culturale Irene Calabrò – l’attività delle consulte è un’attività democratica, di partecipazione, di trasparenza. Uno dei punti del programma politico di questa amministrazione era quello di attivare tutti gli strumenti partecipativi e le consulte sono uno di questi. Portiamo a compimento il nostro percorso non è stato facile».
Un percorso che è durato anni: iniziato con la costituzione dell’albo delle associazioni dove sono confluite circa 400 associazioni. Le associazioni hanno poi espresso la volontà poi la volontà di iscriversi a queste consulte con due referenti per ogni associazione (un’associazione può esprimere due rappresentanti per due consulte diverse) e nel mese dicembre 2019 sono nate le consulte. A gennaio, le consulte costituite provvederanno all’elezione del presidente, da qui inizieranno ad avere vita propria. «Le consulte – chiarisce ancora l’assessore – sono uno strumento di partecipazione che è parallelo e si innesta con la volontà di partecipazione. Quindi hanno un regolamento a sé, si autodeterminano e avranno soprattutto funzione propulsiva, propositiva e di indirizzo e devono essere sentite come prevede il regolamento comunale in delle tematiche specifiche (ad esempio urbanistica, bilancio).
Non è una mera partecipazione di facciata ma sono davvero chiamate a rappresentare i cittadini, visto che in ogni assemblea pubblica è stata sottolinea la mancanza di questa trait d’union tra l’amministrazione e la voce dell’associazionismo e ai singoli cittadini. La palla passa ora alle associazione che, responsabilmente, di pari passo con l’amministrazione, porteranno avanti un programma visto con occhi diversi. Le consulte fanno parte dell’attività amministrativa – chiude – non sono uno strumento politico ma devono fare politica con la “P” maiuscola, apartitico, nell’interesse della città e dei cittadini, nessun uso strumentale».
Le consulte rimarranno attive anche quando finirà questa consiliatura. L’albo è sempre aperto all’iscrizione di nuove associazioni. Il presidente si cambia ogni anno.
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