giovedì,Marzo 28 2024

Coronavirus a Reggio Calabria, il rischio di mandare in fallimento la città

Le misure per contenere il contagio mettono ancora più in crisi il tessuto economico dello Stretto, mentre gli Uffici di palazzo San Giorgio sono al lavoro per evitare il dissesto. Il sindaco Falcomatà e l'assessore Calabrò chiedono interventi straordinari al Governo

L’emergenza Coronavirus si fa sentire anche dal punto di vista economico. Non soltanto a livello nazionale, ma anche a livello cittadino. Una nuova tegola per gli imprenditori locali e i piccoli esercenti, ma anche per il Comune che già era alle prese con le misure per evitare il dissesto economico.

Conti in rosso

L’ultima delibera della Corte dei Conti aveva infatti duramente bacchettato palazzo San Giorgio accogliendo quanto disposto dalla Corte Costituzionale sul caso Napoli in ordine alle anticipazioni di liquidità facendo salire l’extradeficit a oltre 300 milioni. Ai quali si sono poi aggiunti i debiti per la fornitura idropotabile, per circa 64 milioni, maturati nei confronti della Regione.

La diffusione del virus potrebbe dunque rappresentare il colpo di grazia per la già debole economia cittadina. Ecco perché sia il sindaco Giuseppe Falcomatà che l’assessore al Bilancio Irene Calabrò sono concordi nel richiedere misure straordinarie al Governo nazionale che non si limitino all’ex zona rossa.

Scadenza del bilancio al 30 aprile

Qualche boccata di ossigeno si è avuta già con il decreto milleproroghe. La scadenza per l’approvazione del bilancio di previsione che era fissata al 31 marzo, è stata spostata al 30 aprile.

Anticipazione di liquidità

Inoltre il governo ha tentato di mitigare la portata della sentenza della Corte Costituzionale prevedendo che «il peggioramento del disavanzo di amministrazione causato dal riaccantonamento del fondo anticipazione di liquidità, imposto dalla sentenza 4/2020 della Corte Costituzionale, potrà essere ripianato gradualmente per un importo pari al rimborso dell’anticipazione annuale». La legge di conversione del Milleproroghe in pratica offre il salvagente per i comuni colpiti dalla dichiarazione di incostituzionalità della disciplina sull’utilizzo del fondo anticipazione di liquidità (Fal).

Per il resto la maggioranza è al lavoro per provare ad arrivare nei termini ad approvare il bilancio ed evitare il dissesto. Servono però altri interventi da parte del governo nazionale.

Servono interventi del governo per scongiurare il peggio

«Stiamo assistendo a una grande crisi degli scambi commerciali e delle vendite anche nella nostra città – ha detto il sindaco Giuseppe Falcomatà nel suo messaggio rivolto ai reggini tramite facebook – esprimiamo la nostra vicinanza nei confronti di imprenditori e commercianti che stanno subendo gli effetti delle disposizioni per contenere il diffondersi del Coronavirus e abbiamo avviato un’interlocuzione con le Associazioni di categoria per richiedere  misure straordinarie di sostegno per i nostri imprenditori e anche come Comune chiediamo misure straordinarie per i nostri bilanci, in maniera da potere agire su imposte e tributi locali attraverso sgravi fiscali e tributari».

L’assessore al Bilancio Irene Calabrò la pensa allo stesso modo. «Gli uffici stanno lavorando ovviamente perché ad oggi non abbiamo contezza di rinvii o quant’altro. Ci attendiamo l’adozione di misure economiche perequative non solo per le zone rosse, ma di carattere nazionale. La Calabria non può mettersi di restare indietro e non può sopportare una recessione tanto forte come quella già in corso. Sono già in atto interlocuzioni con i rappresentanti di categoria degli esercenti commerciali ma anche di tutti gli operatori culturali che hanno dovuto annullare tutta la programmazione. Ci faremo portatori delle istanze al Governo e chiederemo provvedimenti che ci consentano di poter intervenire per adottare misure di sostegno per tributi, canoni e quant’altro. Lo potremo fare se il Governo adotterà delle misure che, in vigenza di piano di riequilibrio, non comportino squilibri e riescano a contemperare tutte le esigenze».

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