sabato,Ottobre 12 2024

Coronavirus, Pazzano: «Un decreto che svincoli la Calabria da piani di rientro»

Le proposte dell'aspirante primo cittadino comprendono anche la creazione di un fondo regionale a garanzia le strutture che si prendono cura e ospitano minori, anziani, disabili e persone vulnerabili

Coronavirus, Pazzano: «Un decreto che svincoli la Calabria da piani di rientro»

Coronavirus, 5 proposte de “La strada” per Saverio Pazzano, candidato a sindaco di Reggio Calabria arrivano in una nota. Nel documento si legge: «Non possiamo far passare in sordina l’insediamento della nuova Giunta regionale della Calabria. Alla neo-governatrice Santelli e a tutta la Giunta spetta ora il compito di gestire nel migliore dei modi una emergenza che, sicuramente, si protrarrà nel tempo. In tal senso riteniamo fondamentale avanzare alcune istanze sulle quali, anche oltre l’emergenza, pretendiamo azioni reali.

In primis, «Serve una rapida infrastrutturazione del sistema sanitario regionale. Mentre nelle regioni del nord si aprono ospedali in una settimana, qui viviamo il dramma di avere ancora insufficienti posti letto. Chiediamo alla Governatrice Santelli di esigere un immediato decreto che svincoli la Calabria da qualsiasi piano di rientro. Questo passaggio è necessario per procedere all’allestimento degli ospedali e all’assunzione immediata di personale medico con obiettivi numerici e qualitativi che portino da qui ai prossimi 20 giorni almeno al raddoppio dei numeri posti letto attualmente disponibili compresi quelli per la terapia intensiva e sub-intensiva.

Pretendiamo sin da ora che queste nuove strutture non vengano più chiuse terminata la fase acuta dell’emergenza. Chiediamo che analoga richiesta venga avanzata al governo centrale al fine di svincolare dai piani di rientro tutte le Asp del territorio regionale e tutte le Aziende Ospedaliere. Chiediamo che la Regione solleciti le Asp per la immediata messa in liquidazione di tutti i crediti vantati dagli Enti che operano nel settore della cura e dell’assistenza.

Chiediamo che sia creato subito un fondo regionale a garanzia di tutte le strutture e le realtà presenti sul territorio regionale che si prendono cura e ospitano minori, anziani, disabili e persone vulnerabili e un piano straordinario di supporto a tutte le realtà cooperativistiche e del Terzo Settore chiamate ora a prendersi cura con ancora più urgenza di tutte le categorie fragili del nostro territorio. La rete sociale del Terzo Settore rischia di collassare: ciò potrebbe tradursi in una catastrofe sociale che non possiamo permetterci. Chiediamo inoltre la Regione proceda alla messa in liquidazione di tutti i crediti che strutture e cooperative che operano nel settore della cura e dell’assistenza vantano da mesi.

Chiediamo venga lanciata una call internazionale per invitare sul territorio calabrese volontari e personale medico da tutto il mondo. Una vera e propria richiesta di aiuto rivolta ai governi di paesi esteri e alle organizzazioni non governative. Questo personale potrà essere impiegato nelle strutture sia pubbliche sia private che devono urgentemente essere aperte e messe a disposizione dei cittadini.

Chiediamo che per tutto quanto detto sin ora venga adottato un sistema di assoluta trasparenza, considerato che l’emergenza ci obbliga a derogare a procedure e controlli. Per questo esigiamo un Programma Calabria Trasparente per il quale venga resa assolutamente pubblica e nota qualsiasi decisione e qualsiasi spesa verrà intrapresa.

Chiediamo che la si smetta di chiedere la presenza delle Esercito sui nostri territori. Il nemico contro il quale stiamo lottando è un virus invisibile che non scomparirà a breve e con il quale dovremo convivere per mesi.

Per lottare contro questo nemico non abbiamo bisogno di alcuna militarizzazione, serve solo una cosa: una sanità pubblica, gratuita ed accessibile a tutti, di alta qualità, pronta a prendersi cura di tutti coloro che si ammalano. Un clima militarizzato non farebbe altro che aumentare la tensione tra la cittadinanza, oltre a contraddire, appunto, le reali emergenze che invece vive la Calabria».

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