venerdì,Marzo 29 2024

Coronavirus, Forum Famiglie e Agape: «Non bisogna bloccare in Calabria il welfare, ma potenziarlo e attuarlo»

Le due organizzazioni impegnate nella promozione della famiglia e nel contrasto alla povertà minorile esprimono grande preoccupazione per le molte famiglie calabresi che hanno già perso in questo periodo l’unica fonte di sostentamento

«Sorpresa e sconcerto per l’o.d.g. approvato a maggioranza dal Consiglio regionale che blocca il percorso avviato per la riforma del Welfare in Calabria» viene espresso dai presidenti Claudio Venditti per il “Forum Famiglie Calabria” e Mario Nasone del “Centro Comunitario Agape”.

«Proprio in questo momento – aggiungono – di crisi epocale dovuta al coronavirus bisogna rafforzare il sistema di cura e di sostegno alle fasce deboli delle popolazione calabrese e non certamente di affossare il tentativo di disegnare un nuovo sistema di Welfare.

Le due organizzazioni impegnate nella promozione della famiglia e nel contrasto alla povertà minorile esprimono grande preoccupazione per le molte famiglie calabresi che hanno già perso in questo periodo l’unica fonte di sostentamento – legata a lavori precarie saltuari nel campo della ristorazione, del turismo, del commercio, delle pulizie con una improvvisa caduta da una condizione di povertà relativa ad una condizione di povertà assoluta che aggrava il quadro allarmante già preesistente.

Auspica che da subito siano immediatamente investiti i 70 milioni stanziati dal decreto Cura Italia per garantire il diritto allo studio a tutti i bambini e ragazzi e quello previsti per gli aiuti alimentari. Ad oggi, l’unica regione italiana a non applicare la riforma sul sistema integrato delle politiche sanitarie e sociali la 328 del 2000 continua ad essere la Calabria, quella che ne avrebbe bisogno più di tutti visto che è considerata una delle regioni più povere d’Europa , con un sistema di Welfare ancora troppo debole.

L’approvazione dei regolamenti per mettere a norma i servizi socio assistenziali non era che il primo passo di un percorso avviato dalla Giunta regionale uscente che doveva proseguire con la redazione di un piano sociale regionale e di altri importanti strumenti di programmazione regionale per permettere ai i comuni e a tutta la rete territoriale di costruire i piani sociali di zona in grado di dare una risposta organica e adeguata ai bisogni della cittadinanza.

Un percorso faticoso condiviso con i Comuni e con il terzo settore che dopo l’intervento del Tar che aveva chiesto delle modifiche sembrava essere finalmente riattivato ed invece con l’approvazione dell’odg voluto dalla nuova maggioranza nella prima seduta del consiglio regionale il rischio concreto e di un blocco sine die della riorganizzazione delle politiche sociali.

Questo non deve e può accadere! Occorre che la regione svolga un ruolo di programmazione, di riparto delle risorse economiche e di controllo mentre spetta ai comuni l’organizzazione e la gestione dei servizi in sinergia con gli altri soggetti istituzionali e sociali del territorio. Pensare che la Regione possa continuare a trattenere indebitamente tutte le funzioni espropriando di fatto gli Enti Locali di questo diritto dovere, fa davvero pensare molto.

Tra le conseguenze di questo stop come ha giustamente denunciato Conferenza Permanente per la Programmazione Socio Assistenziale Regionale” c’è il rischio di affossare definitivamente le 400 strutture socio assistenziali che stanno offrendo risposte a migliaia di minori, anziani, persone con disabilità, tossicodipendenti, famiglie fragili che dopo avere adeguato strutture è assunto personali si ritrovano allo sbando senza riferimenti normativi. La Calabria con l’emergenza corona virus si è scoperta ancora più debole sopratutto per le debolezze del suo sistema sanitario, ma adesso – concludono- lo sarà ancora di più».

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