venerdì,Marzo 29 2024

Emergenza abitativa a Reggio, pubblicata la graduatoria ma restano i limiti

L'associazione "Un mondo di mondi" è soddisfatta a metà: «Il regolamento approvato infatti presenta molte contraddizioni che oggi si manifestano nella graduatoria e nel tortuoso percorso che ha portato alla sua pubblicazione»

Emergenza abitativa a Reggio, pubblicata la graduatoria ma restano i limiti

«Dopo tanta attesa,  lo scorso 14 luglio, il Comune ha  pubblicato la graduatoria delle domande di emergenza abitativa, l’atto è in sé positivo ma presenta fin troppi limiti.  Per la prima volta, attraverso una graduatoria, le  emergenze abitative a Reggio Calabria potranno essere gestite in modo più trasparente rispetto al passato».

Soddisfatti a metà, l’ Osservatorio sul disagio abitativo composto da Un Mondo Di Mondi  – Giacomo Marino – Cristina Delfino, CSOA  Angelina  Cartella, Società dei Territorialisti/e Onlus, Reggio Non Tace  e Collettiva AutonoMia fanno il punto sui limiti dell’iniziativa.

«L’idea  di una graduatoria per le emergenze abitative nasce, soprattutto, dalle richieste presentate dalle  associazioni a partire dal 2016, per   superare la discrezionalità gestionale attribuita al  sindaco dalla normativa regionale (art. 31 LR 32/1996), evitando quindi che le assegnazioni per emergenza abitativa  possano avvenire in modo arbitrario e  clientelare. Le richieste  delle associazioni, riviste dai consiglieri comunali in commissione, hanno portato nel gennaio 2018  all’approvazione di un  regolamento comunale e pochi giorni fa finalmente alla pubblicazione della prima graduatoria.

Purtroppo i consiglieri comunali hanno accolto la richiesta di regolamentare le assegnazioni delle  emergenze abitative,  ma non le  proposte specifiche per rendere più efficace e coerente  la regolamentazione, tra le quali una procedura informatica e la priorità per le emergenze più gravi. Il  regolamento approvato infatti  presenta molte contraddizioni  che oggi si manifestano   nella graduatoria e nel tortuoso percorso che ha portato alla sua pubblicazione.

I risultati e  i tempi biblici lo evidenziano.Dalla graduatoria pubblicata risultano complessivamente presentate 311 domande per emergenza abitativa, a partire dal mese di   aprile 2018 – data della pubblicazione del modulo di domanda – fino a poche settimane fa. Di queste 311 domande,  7 sono “sospese”, mentre  ben 278 sono state valutate  non ammissibili, vale a dire il  91,44% delle domande prese in esame. Solo 26 sono risultate ammissibili, ossia l’8,56%.  Il regolamento comunale prevede all’articolo 9 che le domande possano essere inammissibili se non contengono gli elementi previsti dal modulo di  domanda predisposto dal Comune e/o gli  allegati necessari. 

Questo significa, ci chiediamo,  che 278 domande  sono state  compilate male?Se così fosse,  l’articolo 9 del regolamento comunale  prevede anche che durante l’istruttoria preliminare  possano  essere richieste integrazioni e delucidazioni. Quindi in caso di errore formale presente nella  domanda  e, soprattutto per i casi di provata emergenza abitativa,  la Commissione avrebbe potuto chiedere delle integrazioni per superare l’eventuale errore.   

Un dato  paradossale che inoltre emerge è proprio la grave penalizzazione dei casi di  emergenza abitativa più gravi, ossia gli  sfratti  e le violenze domestiche.

Questo è, soprattutto,  dovuto al regolamento, che non fissa alcuna priorità tra le emergenze più gravi e quelle meno gravi, con  il risultato  che  i casi di sovraffollamento dell’alloggio finiscono col precedere in graduatoria quelli di sfratto esecutivo e di violenza domestica.

Tuttavia,  il regolamento  consente  di  presentare istanza di riesame. Certo, trattandosi di situazioni di emergenza, il fattore tempo ha un’importanza non secondaria.

E dunque se, a nostro avviso,  i risultati sono paradossali, i tempi non lo sono da meno. 

Le emergenze abitative sono  situazioni che  dovrebbero essere trattate necessariamente  entro tempi  brevi  per evitare le gravi conseguenze. Basta pensare agli sfratti esecutivi delle famiglie a basso reddito e alle violenze domestiche ai quali si dovrebbe rispondere tempestivamente. 

I tempi invece sono stati incredibilmente lunghi. Dopo l’approvazione del regolamento, il 25 gennaio 2018, ad aprile dello stesso anno è stata avviata la presentazione delle domande; ma la Commissione prevista dallo stesso  regolamento, per valutare le istanze e redigere la graduatoria, è stata costituita  22 mesi dopo, a  novembre 2019. Dopo la sua costituzione, la Commissione  ha lavorato con estrema lentezza. Ci sono voluti otto mesi per valutare le 311 domande presentate e per redigere la relativa graduatoria.   C’è da chiedersi  entro quanto tempo  verranno assegnati gli alloggi alle  26 famiglie ammesse in graduatoria.  E anche quali saranno i tempi di risposta della Commissione alle istanze di riesame che saranno presentate nelle prossime settimane».

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