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Comune, in Aula il rendiconto 2019. C’è l’ok dei Revisori. La dead line è fissata a settembre

Il disavanzo sfiora i 400 milioni per l'effetto delle pronunce della Corte Costituzionale, ma fin qui il piano di rientro è stato rispettato. Per evitare il dissesto però serviranno interventi straordinari del governo che potrebbero essere annunciati a giorni

Arriva in Aula il bilancio consuntivo per il 2019. Il Consiglio comunale è convocato domani in prima convocazione, ma con tutta probabilità si svolgerà effettivamente in seconda venerdì 31 luglio, per approvare il documento contabile che proprio negli scorsi giorno ha ricevuto l’ok dai Revisori dei conti.

Sia il sindaco Giuseppe Falcomatà che l’assessore al Bilancio Irene Calabrò sono fiduciosi che l’Aula arriverà senza difficoltà alla sua approvazione. In realtà il rendiconto non presenta particolari criticità: il piano di riequilibrio è stato rispettato dall’Amministrazione che, anzi, per come spiegato da Irene Calabrò è riuscita  a mettere da parte un milione di euro in più rispetto al previsto.

I guai arriveranno a settembre

La difficoltà, enorme e allo stato insuperabile, si avrà a settembre quando si dovrà approvare il bilancio di previsione per il triennio 2020-2022. In quel momento si avrà il reale impatto delle sentenze della Corte Costituzionale che hanno imposto modalità diverse per i piani di riequilibrio. La prima arrivata nel mese di febbraio ha stabilito che 30 anni sono troppi per il piano di rientro e, dunque, riportato a dieci il numero massimo di annualità in cui ripianare il deficit. La seconda ha analizzato nel dettaglio le voci dei bilanci e stabilito nuove modalità di conteggio per evitare che si creino più bilanci in perdita separati.

Le dichiarazioni dell’assessore Irene Calabrò

Per questo, ad esempio, il Fondo di anticipazione liquidità (Fal) costituito dai mutui che erano stati accesi dai Commissari, si è dovuto inserire in altre poste di bilancio. «Il Fal – ha spiegato l’assessore Calabrò – non era stato inserito a risultato di Amministrazione negli altri consuntivi perché si trovava all’interno delle poste attive per come previsto dalla legge. Con la pronuncia della Corte Costituzionale la voce va accantonata nei risultati di amministrazione e quindi diventa negativa. Nel triennio successivo però potrà essere riportata in attivo e quindi è una voce neutra. Non si tratta quindi di nuovo disavanzo».

Disavanzo vicino ai 400 milioni

Fatto sta che, per questa via,  il disavanzo è cresciuto fino alla cifra di 399.438.760,52 euro, salendo  di circa  233 milioni.

«Il Comune si è attenuto alle norme e a quello che poteva fare – dice ancora Irene Calabrò – e adesso ci atteniamo a quanto stabilito dalle pronunce della Corte che, va sottolineato invita il governo a intervenire laddove ci sono condizioni di povertà diffuse e strutturali che non permettono una ripresa degli investimenti e delle attività produttive. Nei prossimi giorni dovremmo avere notizie da parte del governo su quali saranno gli interventi per i Comuni. Reggio è una Città Metropolitana e se altre città metropolitane hanno avuto interventi straordinari non vedo perché non debbano essere previsti anche per Reggio».

Serve intervento straordinario del governo

Approvato il rendiconto, insomma, si dovrà aspettare un intervento straordinario del governo nazionale per evitare il dissesto. La nuova Amministrazione che si insedierà a palazzo San Giorgio dopo le elezioni di settembre partirà con questa spada di Damocle sulla testa.

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