venerdì,Marzo 29 2024

Elezioni a Reggio Calabria, Tripodi: «Minicuci chiese compenso di 50 mila euro per due giorni di lavoro»

Il segretario metropolitano di Articolo Uno: «Si apra questione etica per rispetto di chi non arriva a fine mese»

Elezioni a Reggio Calabria, Tripodi: «Minicuci chiese compenso di 50 mila euro per due giorni di lavoro»

di Alex Tripodi*

La storia ci insegna di che pasta sono fatti gli uomini, in questo caso gli amministratori. E le cronache, adesso, ci ricordano che Antonino Minicuci, nel 2016, all’epoca segretario generale, chiese un compenso di 50 mila euro quale “Responsabile dell’Ufficio Elettorale per le elezioni del Consiglio Metropolitano della Città Metropolitana di Reggio Calabria”. Un impegno straordinario di soli due giorni (7 e 8 agosto) che fruttò al burocrate, oggi candidato sindaco espressione della Lega nella coalizione di centrodestra, un bel gruzzoletto da 35 mila euro a seguito di una conciliazione. Praticamente 730 euro l’ora fosse possibile una prestazione h24 senza nemmeno il tempo di una pausa per andare al bagno.

Un’assurdità – ahinoi nemmeno tanto assurda – che serve a chiarire bene la visone e la concezione della gestione della cosa pubblica in chi si propone di guidare le sorti di Palazzo San Giorgio per i prossimi cinque anni. Nessun imbarazzo, nessun tentennamento, nessun rossore nel richiedere – ed ottenere in parte – somme così cospicue, anche fossero legittime ma sicuramente sproporzionate rispetto ad un procedimento che riguarda elezioni di II livello organizzate in due soli seggi allestiti a Palazzo Alvaro. Un gesto che riteniamo assolutamente sconsiderato, oltretutto, se rapportato alle cento euro o poco più riconosciute agli altri impiegati dell’Ente occupati nei seggi in quegli stessi giorni del 2016.

Così, nel mentre il sindaco Giuseppe Falcomatà, i membri della sua giunta ed i consiglieri comunali, oltre gli amministratori delle società “in house”, si sono tagliati del 30% le proprie indennità perché consapevoli delle difficoltà economiche del Comune e convinti del proprio spirito di servizio, ora ci troviamo di fronte ad un candidato sindaco, Antonino Minicuci, che ha dato ampia dimostrazione di come vadano gestite, a suo giudizio, le risorse della collettività.

Qui non si tratta di legittimità delle azioni o meno. È da sollevare, piuttosto, una vera e propria questione morale davanti alla totale assenza di etica politica e amministrativa nella concezione delle economie pubbliche. In questi giorni è balzato alla cronache lo scandalo, fra gli altri, dei parlamentari leghisti che hanno ottenuto il bonus da 600 euro che il Governo ha previsto nelle misure anti-crisi e, allo stesso modo, ci tornano in mente i 49 milioni di euro che la Lega Nord ha sottratto ai cittadini quali rimborsi elettorali illegittimi. Ecco, forse non è un caso che proprio Antonino Minicuci sia stato scelto dal partito di Pontida per ambire a guidare il futuro della nostra città. Evidentemente, proprio il burocrate da 50 mila euro, incarna alla perfezione i desideri di chi si riconosce appieno nelle gesta e nella tradizione del partito di Bossi e del ligure Belsito.

È imbarazzante che chi come il dott. Antonino Minicuci abbia ambizioni insieme al centro destra di amministrare questa città, non pensi a migliaia di famiglie che  hanno difficoltà ad arrivare a fine mese; sono certo che i cittadini sapranno ben scegliere, facendo prevalere la questione etica ed i passi in avanti compiuti dall’amministrazione Falcomatà, piuttosto che modus operandi che ci ricordano vecchi “modelli” che hanno fatto sprofondare la città.  

* Segretario metropolitano di Articolo Uno

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